Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XII. iggstanga di mezzo ( prestar man forte ) contro quelli che contra facessero;
« g. Il marchese promette di non imporre per quest' anno altra taglia a1 delti comuni, e conservarli ne' loro stati ».
Grandemente andò errato chi scrisse, che rapportato al consiglio il progetto, e disaminato e discusso, lo approvò, e rimandati furono gli stessi ambasciatori per concludere la pace su queste basi. Lo che se fosse vero , come è falso; io più non saprei, che pensarmi del senno e della prudenza , per cui erano dovunque sì famosi que' nostri maggiori. Concludere la pace sulle basi di quel progetto, che distruggeva la loro libertà ?..... che mentre concedevaal marchese di starsi armato, loro lasciava inermi?.... che facevali strumenti della sua tirannide sino ad obbligarsi alla distruzione di chi volesse resisterle ?.... Che li rendeva mallevadori del suo dispotismo contro i loro alleati, e così facevali ad un tempo e vili e odiosi?... Che alla oltracotanza aggiungeva lo scherno?.... Questo avea pel Comune detto e protestato il generoso ed eloquente Guglielmucci ?
Non poteva il consiglio approvare quell' iniquo ed infame progetto : e non lo approvò. E per questo ( mi servirò delle stesse parole di chi dopo avere scritto, che mandò a' suoi oratori di concludere la pace su quelle basi, non si appose neppure della madornale contraddizione, in cui precipitavasi ) commise loro, che se non si fosse potuto con onore di Ancona ottenere la pace ( e potevasi ottenere, si otteneva concludendola su quelle basi? ) ; allora unitamente agli alleati, cercassero con denaro di staccare dal marchese le di lui truppe, ed attirarle al nostro partito.
Non approvò il progetto; mandò a' loro oratori di tener ferma la prima concordia. I quali ritornati il 6 ottobre dal parlamento riferirono: che il parlamento erasi tenuto il giorno 3, e con tutti i nervi
| |
Comune Guglielmucci Ancona
|