Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      LIBRO XIII. 117
      lo, che T atroce assassinio degli undici deputati non solo avvenuto era senza il consentimento, ma senza neppure la saputa di lui, che anzi detestato lo aveva, e pianto amaramente. Adunque pregando dal papa il perdono delle loro esorbitanze se gli arrendettero , e supplicarono di tornare in Roma. £ qui lasceremo, che parli egli stesso, rapportando la lettera, ch'egli ae scrisse agli anconitani, monumento insigne-della sovrana sua benevolenza verso di Iqjo. Quella lettera diceva cosi:
      « A' diletti figliuoli, gli anziani e '1 popolo delti la nostra città d Ancona. Innocenzo vescovo, serti vo de' servi di Dio, salute e benedizione apostolica ».
      « Poiché il sommo Autore di tutte le cose, Dio, « in questo tempo del pontificato nostro, insignito « ha 1' apostolica sede d un singolare onore; nulla « pretermettendo verso i diletti e veraci figli della a romana chiesa, ci è sembrato di significare a voi, « con nostre lettere, le cose, che sono avvenute, « affinchè possiate prendere letizia e gaudio, per « questa esaltazione dell' ecclesiastico stato. Perciocche in questi prossimi giorni, tenendo noi pubblicamente generale concistoro, ci si presentarono orate tori de' romani, diciannove i più spettabili persoti naggi, e di grande autorità tra' loro cittadini, manti dati a noi dal popolo romano, per restituire, coti me a vero ed antico sovrano, il pienissimo domiti nio della città. I quali venuti nel nostro concistoro, presenti i venerabili nostri fratelli, cardinali « della santa romana chiesa, ed una quasi innumerevole circostante moltitudine di altre persone, proti dotte prima le lettere del popolo romano a noi « indiritte, e letto poi ad alta voce, tutti ascoltanti do, il pubblico istrumento, con ogni solennità siiti pulato nel Campidoglio pochi giorni prima, pel « quale il popolo romano con unanime consenso e « volontà tutta in noi trasferiva la sua podestà col


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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