Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XIII. 227
e della Santità Sua , e con aumento conservarne e difenderne la presente libertà, e stato popolare, e dargli pace, come spera dalla sua clemenza ».
« Cosìpure, ingiungevasi loro, che ad ora e tempo, quando loro piacesse, visitassero gli ambasciatori della maestà Jo re, e dopo averli salutati, presentassero loro la lettera dello re, dicendo, essere eglino stati spediti al papa per dargli la ubbidienza e la fedeltà, e quando fosse tempo li richiedessero a favorire gl'interessi dell'anconitana repubblica. Che se non potessero avere la loro intenzione dal papa , pregassero i detti ambasciatori d' intercedere pel comune, secondo il comando del re ».
« Più, mandavasi loro, che dopo ottenuta la riconciliazione e la recezione predetta , supplicassero il pontefice , che si degnasse di fare la remissione - generale sì nello spirituale, e sì nel temporale, d'ogni cosa che la Santità Sua credesse essersi fatta dal comune contro di lei. Cosi pure, che si degnasse di confermare tutt* i privilegii del comune, nello spirituale e nel temporale, ma prima ed ante omnia facessero i fatti della repubblica , sotto la pena, che nella riformazione si conteneva ; ed ottenuti i fatti del comune, di messer lo vescovo, degli abati di san Giovanni, di Chiaravalle, diPortonovo, di Mon-r tecònero, e degli altri preti e chierici della città e del contado, e del vescovo d'Umana, operassero, che lo anconitano castello di Monsanvito si levasse dal vescovado e dalla diocesi di Senigallia , e si sottomettesse al vescovado ed alla diocesi di Ancona ».
« Inoltre ancora , che considerata la impotenza del comune , sì !per le grandi avversità sostenute nella guerra , e si per la carestia e la mortalità, ons de la città molto era diminuita, ed il porto avendo bisogno di riparo , ed occorrendo molte migliaia di ducati a spendere, lo supplicassero, che si degnasse per sussidio di ciò, e pel mantenimento del comune farlo esente da ogni pagamento di taglie e d' altre
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