Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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dovette abbandonare la sua sede. Ricorse al concilio dì Costanza, in cui sedette tra'padri come vescovo d'Ancona; e tale lo riconobbe il pontefice Martino V. Ma questi per amor della pace, lasciò breve tempo il Ferretti nella sede anconitana col titolo di eletto. Trasferì il Vigilanti nella sede di Senigallia, trasferì il Ferretti in quella di Ascoli. Ma gravi ed acerbe discordie agitarono le famiglie Ferretti per 1* una parte, e le Fatati e Pisanelli per l'altra. Di che ragioneremo.
Il Malatesta intanto non chetava, e crescevano i suoi mali umori contro Ancona. Fautore e sostegno del legittimo papa Gregorio, egli operava, bene osserva l'autore della Reggia Picena (p. 292), col tìtolo di vicario della chiesa. La risposta datagli, come vedemmo, dalla anconitana magistratura, e i procedimenti di questa verso Giovanni, noi facevano contento , e la risposta terminativa s'indugiava. Non facemmo però, che accennarlo: ora è il tempo di dirne alcuna cosa di più. Nel i4io aveva Ancona a suo capitano il conte Romeo Montemarte della Cor-bara. Compiuto il tempo del suo stipendio, eragli stato sostituito Martino da Faenza , valoroso uomo, ricchissimo , ed avarissimo ad nn tempo. Da costui ebbero principio i mali di Ancona.
Conclusa la pace con Giovanni, cessata la lega con Ladislao , impotente Ancona , per la misera condizione, in cui trovavasi, a sostenere più gravi spese Io congedò. Ma congedollo senza avergli pagato il dovuto soldo, per difetto di denaro, offerendogli però i' equivalenza in merci. II feroce soldato ricusò, minacciò; si ammutinarono, o fece egli, che si ammutinassero le sue schiere , che spartite erano per le diverse castella, e con soldatesca rabbia corsero le campagne, e le posero a ruba, ed egli alla loro testa venne ad osteggiare fin presso alla città sul colle di santo Stefano. In sì doloroso emergente, ci viene narrato « cbe noi spedimmo in Fano al Malatesta, per
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