Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      IBraccio n' ebbe la vittoria. Scrive il Campano, citato dal Muratori , che tre mila cavalli dell' esercito malatestiano vennero in potere di Braccio, del quale rimasero prigionieri lo stesso Carlo, il nipote Galeazzo, e molti altri nobili. Pel loro riscatto fu imposta allo zio la taglia di cento mila fiorini d'oro, al nipote di trenta mila. 1 veneziani s'intromisero per loro, ma non valse; tre mesi durò la loro prigionia. Ricuperarono finalmente la libertà mercè lo sborso di sessanta mila.
      E qui cade in acconcio a riferirsi, qual fine avesse quel Martino da Faenza, traditore d'Ancona, il quale militava con Carlo. Imperciocché non avendo questi pronta la somma per lo riscatto, e colui ricchissimo essendo, come dicemmo, fabbricogli sul dosso un processo di tradimento, e condannatolo del capo, non solo n'ebbe i denari, ma gli tolse ancora la vita.
      Non perdiamo di vista il concilio di Co-stanza, presieduto da Giovanni in persona. Vi 4 si citavano Gregorio XII, e il Luna : ma non comparivano. Giovanni erasi dichiarato, che dimetterebbe il pontificato, se gli altri due lo dimettessero. Ma era nulla di nulla. Gregorio, che il vero pontefice era, avea ragione di non comparire; inespugnabile era la durezza dell' antipapa. Onde i padri del concilio tanto strinsero Giovanni, che questi ob-bligossi di scendere dalla sedia pontificale, se altro modo non vi fosse a dar la pace alla chiesa. Obbli-gossi : ma si pentì. E con notturna fuga, vestitosi da villano, si ricoverò a Sciaffusa, e disdisse la pronunziata obbligazione. Andò poscia a Brisacco, e si pose sotto la protezione di Federico duca d'Austria. Ma il duca costretto da' rigorosi decreti del re de' romani , e perdute molte città e castella, dovette in fine consegnarlo, e il fece tradurre vicino a Costanza, ove fu posto sotto buona guardia.


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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