Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XIII.
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Ģ pagamenti da farsi in avvenire, e di comandare al Ģ Malatcsta la restituzione delle occupate castella di Ģ Monsanvito e Fiumesino. Ringraziasselo intanto della sovrana volontā di non concedere ad altri iti Ģ vicariato quelle castella. E da ultimo, che volesse Ģ ordinare alla cittā di Fermo il pagamento de1 quatte tromila cinquecento sessanta ducati in pių volte Ģ prestatile dalla cittā d' Ancona. ģ Benigna acco-glienza ebbe l'Alfieri dal Sānto Padre, e benigne promesse. La sentenza terminativa sul credito contro Fermo fu delegata al cardinale legato; la trattazione della causa, per procura del consiglio, fu affidata a Guglielmo di Berga.
la questo tanto insorta era una molesta controversia tra' veneziani e gli anconitani intorno ad alcun articolo delle convenzioni commerciali, che statuite erano tra loro. Bramō il comune, che la dichiarazione finitiva si commettesse all' arbitrio d' un collegio di dottori, in luogo non sospetto nč all'una, nč all'altra parte. A proporne il progetto furono designati oratori in Venezia il dottore Pietro Carboni da Recanati, segretario allora del comune, ed uno Stefano di Francesco. Ma sopraggiunta in Ancona la peste, che gravemente l'afflisse ne'mesi di giugno e di luglio, diferissi all'agosto la loro partenza. Cessato il morbo, compierono la loro missione. Piacque la proposta; e d'unanime consentimento se ne commise 1* arbitrio al collegio de' dottori di Siena : da cui fu dichiarato tutto ciō, che avea dato motivo alla controversia e la controversia si definė con vicendevole soddisfazione. Nuove e pių chiare si fecero convenzioni commerciali, siccome appare da uno statuto del 27 maggio 1826.
Accenno, oltrepassando, che in questesso anno tennesi in Ancona, per ordine del pontefice, un capitolo de' cavalieri ospitalarii di Gerusalemme, per avvisare ad una riforma dell'ordine loro, onde ripigliare le votive guerre contro gl'infedeli, secondo il
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