Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      LIBRO XIII.
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      T animo a dire, che quella peste sebbene contaminasse altre parti della Marca , non giunse però mai a contaminare Ancona. £ ciò splendidamente colorisce e la pietà de' nostri concittadini, e lo zelo de' nostri vescovi, e 1' amore della religione , che i nostri maestrati iacea vigilanti a mantenere pura ia cattolica fede , ben costumata la città.
      Della quale pietà de' nostri maggiori sor- . geva nuovo monumento 1* ampliazione della chiesa e del convento di san Francesco ad alto. INè promoveva e ne cominciava l'opera il i4a5 il beato Gabriele della nobile famiglia de' Ferretti, frate minore ; e buona parte del contiguo orto cingeva di muro. L' opera poi da questo santo uomo incominciata , fu proseguita da frate Bernardino, pur della stessa famiglia. £ che a spese dì questa si facessero queste opere , è chiaro indizio lo stemma de' Ferretti, che il Bernardino fece scolpire sulla porta di marmo , ond' era 1* ingresso principale alla chiesa , e su' capitelli delle colonne , che ne sorreggevano 1' architrave.
      Ad opere di pace e di pietà succedono opere di guerra e di civile carità. Signore di Fermo stato era lungo tempo quel Ludovico de' Migliorati, ni« potè d'Innocenzo VII, che dallo zio fatto marchese della provincia anconitana, a quella e ad Ancona avea recato tanto di noie e di travagli. Era poi stato da Ladislao fatto conte di Fermo, e avea proseguito ad esserlo per l'indulgenza de' successori d' Innocenzo. A lui succeduto era Gentile suo figlio, e fattasi sua la rocca di quella città con superbo impero tiranneggiavane il popolo. Né al popolo, ne a' governanti della provincia era comportevole, che colui si tenesse quel forte nido, da cui poteva infestare il riposo della provincia. Si volle jdunque cacciamelo, e per 1* interposizione dell' anconitano vescovo degli Agnesi, richiesti gli anconitani mandarono artiglierie e polveri da guerra per battere quella rocca, che


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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