Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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STORIA D' ANCONA
« Premettendo dopo ciò, che 1" assentire a' van-taggi de' supplicanti nulla scemava de' diritti suoi, e della romana chiesa » esprimevasi, che loro concedeva a possedere e governare e custodire le dette castella, e le loro pertinenze, e i l'oro distretti, e i loro luoghi, la cui qualità, e quantità, e i cui confini si avessero per espressi, co'loro redditi, e proventi, e diritti, e giurisdizioni, « salvo però il divi ritto e la proprietà del pontefice e della romana « Chiesa, A CUI LA CITTA' STESSA COL « SUO CONTADO E DISTRETTO E' IMMEDIATAMENTE SOGGETTA. » Le quali parole* non hanno per certo bisogno di commento.
Proseguiva il pontefice comandando alle popolazioni di quelle castella e de' loro distretti, che « dovesserò agli anconitani maestrali ubbidire e sottostare, come gli altri terrieri del loro contado: se « noi facessero, sarebbero loro inflitte le pene dei « ribelli, e queste si avrebbero rate, e si farebbero « osservare, dalla pontificia autorità.
« Da ultimo ingiungeva al governatore della Marca anconitana, che « quando a lui costasse, avere « il comune d' Ancona satisfatto alla camera apostolica del pagamento de' tre mila fiorini , dovesse « dargli il pieno e corporale possesso delle anzidette « castella con tutt'i loro diritti, e pertinenze, e « giurisdizioni. »
Da vasi questo breve il 26 di gennaio i432. Il governatore della Marca, cui commetteva il pontefice di dare al comune d'Ancona il possesso delle due sunnominate castella, era Giovanni de'Vitelleschi, da Corneto, vescovo di Recanati, poi cardinale; governatore , e generale dell' armi, uomo da guerra meglio, che da chiesa, come il Platina scrisse, e perciò amante del governare assoluto e soldatesco, nemico dello stato franco de' comuni. Duro ed austero era il suo governo. Di enormi vizii ancora fu accusato dal Fazi. Ma il Cinnonio, nella vita di lui ne
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