Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XIII.
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dà per buone ragioni a sospetta l'autorità del Fazi. Altronde a fare, che non si creda del tutto a ciò, che questi e '1 Platina asseriscono, possono valere, e' mi sembra , le lodi, che del Vitellesco fecero Sisto IV., Giulio II., Leone X., ed altri pontefici. Ma sia che vuoisi di ciò, è sempre vero, che quel suo austero e soldatesco governo eccitò il malcontento de' popoli, che si reggevano a stato franco, e ne vennero le increscevoli conseguenze, che avremo a descrivere.
Già dal i432 venuto era in Italia Sigismondo, re de' romani, per andar sino a Roma a ' ricevervi la corona imperiale. Trovato avea forti ostacoli. II papa, comecché propenso per lui, pur sulle prime ricusato aveva di riceverlo in Roma, sì perchè conduceva seco le truppe di Filippo Maria, duca di Milano, nemico allora di Venezia, e veneziano era il papa, sì perchè quel principe aveva preso il patrocinio del concilio basileese, adunato lo scorso anno dal pontefice, ma di cui il pontefice era malcontento, perchè già mostravasi volto a limitare la pontificia autorità, e sopraffarla. Ma rassicurato il pontefice, conchiusa la pace tra le potenze belligeranti, ed appianati tutti i restanti ostacoli, da Siena finalmente, dove avea dimorato per quasi un anno, si mosse Sigismondo per alla volta di Roma. Dove giunto il 21 di Maggio, e con isplendida magnificenza accolto dal popolo romano, e dal pontefice con paterno affetto, il 3i dello stesso mese, giorno della Pentecoste, co' soliti solenni riti fu coronato imperatore.
Ora m'accosto a narrare un memorevole rivolgimento di cose avvenuto.nel la Marca. Il desiderio, che bene si conosca la serie de' fatti, mi comanda di rimontare a' principii. Filippo Maria duca di Milano, sospettoso, ritroso, e pauroso uomo, e perciò vario e mutabile ad ogni ombra, entrato era in diffidenza di Francesco Sforza, e in tutto deliberatosi ad ucci-
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