Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      LIBRO xm. 277
      Benincasa, presso la quale vedo, che questo nome fosse frequente.
      Ora dirò, per poco digredendo dalla mia narrazione , alcuna cosa del nostro Ciriaco de' Pizzecolli, conosciuto tra' letterati sotto il nome di Ciriaco anconitano, da cui tanta gloria provenne ad Ancona, e di cui ben può dirsi, essere lui stato il primo pa^ dre della scienza archeologica , e avere il primo accesa la face a diradare le tenebre della veneranda antichità. £ non so, come il Burnianuo, nella pre? fazione al Grutero, potesse affermare, essere lui stato greco di nazione. Ma una tale notizia , bene avvisò il chiarissimo Tiraboschi, merita appena d'essere rammentata. Ciriaco fu anconitano, in Ancona nato, intorno al i3go di Filippo Pizzecolli, e di Ma-siella Salvatico, entrambi di nobili famiglie. Bene istruito fu nelle latine e nelle greche lettere, e nella storia ; amò ancora e coltivò la poesia ; e fu dotto nella scienza delle leggi, che in patria studiò. Nel 1420 fu pel comune, pretore in Varano, castello dell'anconitano contado, nel i423 vicario del podestà di Amoceste, od Amacosto nell'isola di Cipri. Alcuni, appoggiandosi ad un epigramma di Carlo Aretino , scrissero, eh' e'non avesse maestro, e fosse maestro di sè per la maravigliosa forza del suo ingegno, e da sè apprendesse le lettere greche e latine, e si arricchisse di quella tanta erudizione , onde mandò sì chiaro lume nella repubblica letteraria. La sentenza del quale epigramma è questa: « Non sanno « i dotti, o Ciriaco, e sovente domandami, donde « abbi tu attinto sì grande copia d eloquenza e di « facondia. Nè per certo senza ragione ; dicendo tu, « che nulla apprendesti per insegnamento di maestri', . « ne mai mangiasti il pan di quelli. » Ma questo sa di poetica iperbole. É se il Pizzecolli dicea veramente di non avere appreso nulla per insegnamento di maestri ; ei deve intendersi, eh' e' lo dicesse, perchè veramente poco ei potè imparare da quelli,


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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