Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XIII.
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l'uria e l'altro piuttosto sommi, che grandi, onde solo e primo di tutti suscitò alla vita delle lettere ì morti , « chi udimmo mai, esclama, o legemmo , « avere tanto affaticato, per raccogliere da tutto il e* mondo, e recare tra' nostri, quanto in quasi tutto « il mondo erasi mandato alle greche ed alle latine « lettere? »
Nè solamente era pago a descrivere e disegnare le anticaglie, in cui si scontrasse; ma e recavane in patria, e regalavane, gli amici e i principi, di cui godeva il favore. Così sappiamo dall'Alleo, che ne fece trasportare in Ancona , e tra le altre una Venere in marmo , di greco scalpello, adornandone la propria casa. Ed un Mercurio mandò in dono all' Aretino, che ne fece argomento d'una bella elegia. E ad Alfonso, re di Napoli, regalò un pezzo d'ambra, entro cui era imprigionata una mosca. Molti ancora libri greci acquistò in Adrianopoli e in Tes-salonica ; e fu uno de' primi raccoglitori di antiche monete, d'oro particolarmente e d' argento, come Ambrogio Traversari ne scrisse a Nicolò Nicoli.
Per lo che non è maraviglia, eh' egli la stima e la benevolenza si conciliasse de' più chiari letterati, e de' principi ancora , de' quali rammenterò Giano , re di Cipri , Sigismondo imperatore, il pontefice Eugenio IV, Cosimo de' Medici, Giovanna II regina di Napoli, il duca di Milano, Francesco Sforza, ed altri, di cui e lo Scalamonti, e'I Codice trivigiano, e Ciriaco stesso ne' suoi commentarii fanno menzione. Ebbesi ancora il raro ed alto onore d'una corona d'alloro, che diede argomento d'una bella elegia al celebre Porcellio.
Grande letterato , fu egli ancora ottimo cittadino: illustrò la patria colle opere del suo ingegno, servilla santamente amministrando le pubbliche cariche , ditesela ancora valorosamente colle armr, pugnando per lei contro Galeazzo Malatesta in quel notturno e repentino assalto del 6 al 7 ottobre i4i3.
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