Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      294 stori ad' anconae lascio, che ognuno ne creda che vuole, certo ognun vede, come usasse anco in tal contingente Ancona di quella libertà, di cui per le concessioni della santa sede godeva: ed è una novella pruova, che in quel i443 piò non soggiaceva allo Sforza.
      Che se egli è vero, come pur leggo, Ai444 0° che però non sussiste) che Bianca la moglie dello Sforza chiedesse di venire in Ancona per sua sicurezza, e le fosse risposto, che il poteva, senza però condurre seco più di cento cavalli; osservi chi ciò scriveva, che il 24 di gennaro i444 ella partoriva in Fermo un figliuolo, che fu Galeazzo Maria. E se lo Sforza svincolatosi dalle importune istanze del Malatesta, siccome il Sismondi e '1 Muratori narrano, passato era sul declinare del i443 ad isvernare a Fermo; non so, quanto possa credersi, che la moglie per sua sicurezza domandasse d' essere accolta in Ancona. Erale dunque più sicuro darsi in mano agli anconitani, che al marito?... Il quale ottenuta da' veneziani una buona somma di denari, chiamato dal Visconte a Milano il maggior Piccinino, ricusata la tregua da questo propostagli prima di partire, e guadagnata sul giovane Piccinino una grande battaglia a Montolmo il ig di agosto , fecesi sue Macerata, Sanseverino, Jesi, Cingoli, ed altre città e terre della Marca, Ancona no. Ma desiderando pure dal pontefice la pace, ed il pontefice, tra perchè non era senza timore in Perugia , e perchè i veneziani e i fiorentini vel consigliavano, non ricusandola, vennesi ad un accordo il 10 ottobre. Principale condizione ne fu, che lo Sforza, a titolo di marchesato, terrebbesi tutte Je città e le terre, che avesse ricuperato sino al 18 dello stesso mese. E tutte ricuperolle, tranne Osimo, Recanati, Fabriano, Ancona, che si rimasero nella immediata ubbidienza alla santa sede. E ciò il Sismondi.
      Ma per al presente basti di guerre; parliamo più liete cose. Lionello, marchese di Ferrara, suc-


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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