Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      298 STORIA D' ANCONAresto dell'armata si ritirava nel territorio del suo alleato , il conte d' Urbino e di Moutefeltro. Allora, dice il Sismondi, tutte le marchiane città aprivano le porte al papa. Il 26 novembre Alessandro Sforza, fratello del conte , arrendeva la cittadella di Fermo al popolo ribellatosi, per dieci mila fiorini. In somma al conte non rimase che la sola città di Jesi.
      Ma quel cardinale d' Aquilea , legato della Marca , nulla rispettando le anconitane libertà, nulla la pontificia bolla di esenzione , travagliava Ancona. Con un suo odine del novembre i445 la taglieggiava d' una grossa somma per 1' oppugnazione del girifalco di Fermo; e'I vescovo di Ragusa, suo luo-goleneqte , con altro editto del 17 decembre, impo-nevale il subito pagamento di cento ducati, pena cinquecento , se noi facesse, Sdegnavasi Ancona , e si volgeva alle parti dello Sforza , e de' suoi alleati.
      Ma prima, ch'io m'inoltri, devo dire di un incendio , che gravi danni recò , e più gravi poteva recarne, se con presti ripari non vi si fosse occorso. Arse di notte una bottega da marangone sotto il palazzo del podestà, che sorgeva, ove ora sorge il nuovo teatro , dirimpetto alla già chiesa di san Nicola. Comunicaronsi le fiamme alla scuderia del podestà , ed alle contigue carceri. Tanta fu la rabbia del fuoco, che nessuno potè scamparne, tutti o dalle fiamme abbruciati, o soffocati dal fumo. Il solo podestà , calatosi per una scala a piuoli, ebbe salva la vita , ma sola la vita , ogni altra cosa perduta. Il Bernabei, scrittore d'una cronaca d'Ancona, narra di avere veduto de' carcerati soffocati dal fumo. Si dovette atterrare la fabbrica, per impedire, che l'incendio non si comunicasse alle case circostanti. Il podestà messere Pierfilippo Martorelli da Spoleto, in compenso delle sofferte perdite, fu per altri sei mesi confermato nel suo uffizio , e datogli ad abitare il palazzo della farina , ora palazzo comunale.


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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