Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XIV.
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Ad infortunio si aggiunse infortunio. Per la mancanza di medica polizia vedemmo, come frequenti s'introducessero i morbi pestilenziali. Ed in quest' anno ne fu infetta Ancona , e vi menò grande strage. Gli afflitti cittadini ricorsero all' intercessione di san Pellegrino, nè invano ricorsero : il morbo cessò. Grato il comune votossi di offerire ogni anno un presente di cere. Alla quale offerta incedeva in abito senatorio la magistratura. Il popolo, mosso da religiosa e devota riconoscenza , nella piazza allora della farina, ora del Gesù, rappresentò il glorioso martirio del santo; ed in maggiore venerazione si ebbero le sacre reliquie di lui, e de' santi suoi socii Ercolano e Flaviano,
Ora vengo a narrare quel che poc* anzi accennava. "Vedemmo , come la violenza del legato avesse asperato gli animi degli anconitani, cui era incom-porlevole , che le beneficenze del principe fossero rendute illusorie dal ministro. Il papa avea di nuovo sfolgorato colla scommunica lo Sforza ; e per vendicarsi de' fiorentini, che impedito avevano la totale caduta di questo, entrò con Alfonso in trattato per muoverlo contro di loro ; e Alfonso acconsentiva. Il Medici intanto , e alcuni cardinali e baroni romani eccitavano il conte a marciare contro Roma. Roma era in pericolo, se il conte si fosse prontamente deliberato. Ma troppo avendo indugiato, il pontefice ebbe tempo ad ingrossare le sue truppe, chiamare in aiuto una grossa mano di quelle d'Alfonso, e trarre a sè il Furiano, e gli altri condottieri, eh' erano nella Marca. Tutte queste schiere fecero testa al conte , che giunto era a Montefiascone ed a Viterbo , e lo costrinsero a retrocedere e sgomberare dallo stato pontificio. « Queste truppe , segue « il Muratori, tornato che fu indietro il conte Frante cesco, se ne andarono addosso ad Ancona , che « dianzi avea fatta lega co'veneziani, per non venire « alle mani del papa , e la costrinsero ad arren-
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