Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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STORIA D'ANCONA
« che e nelle pene di ribellione contro il proprio « principe, alle quali irremisibilmente si vedeva « impegnarsi la città per 1' adesione al conte e per « la lega co' veneziani e co' fiorentini ».
Circondata dalle truppe collegate la città, non caddero per questo d'animo i cittadini, fermi al tutto di opporre la più valida resistenza. Invano il cardinale tentò di oppugnarla, o di averla per alcun colpo di mano; caddero sempre a voto i suoi tentativi. Alla forza aperta colla forza si resisteva gagliardamente: contro alle sorprese vegliavasi con somma cura. Al quale proposito si narra , che Sigismondo Malatesta , amico degli anconitani, volendo entrare in città , lo si fece entrare per lo sportello. « M'avete, « dicea sorridendo il Malatesta, fatto entrare come « un uccello in gabbia ». Al quale rispondeva Galeazzo Fanelli eh' era capitano alla guardia della porta: « eh ! messer Sigismondo, questa città noi la vogliamo per noi ».
Stretta , angustiata , oppressata la città trovò pur modo di far pervenire , col mezzo di due frati minori, al trono pontificale le sue doglianze , e le ragioni della estrema necessità, che avevanla indotta alla lega co' veneziani, e le suppliche, onde si degnasse di comandare al legato , che cessasse dalle immeritate violenze , e lasciassele libero il godimento delle libertà concedute e confermate dalla sovrana clemenza. II pontefice che benignissimo era alla città e cui non piacea quel sorgere delle veuete galee nel suo porto , nè la contratta lega con Venezia e Firenze , mosso dalle esposte ragioni, e sdegnato della condotta del cardinale, accolse le suppliche degli anconitani , ed ordinò , non senza gravi rimproveri , ordinò a lui, dice il Ferretti, che dovesse riceverli in grazia. Lo che avvenne mercè le capitolazioni stabilite nella rocca di Fiumesino il giugno 1446 col detto cardinale di Aquilea. Statuivasi:
« Che per l'autorità apostolica tutti si rimettes-
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