Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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STORIA D'ANCONAringrazionnelo e gli si fece amorevole. Tornossi poi Angelo in patria. E quivi ebbe occasione di accogliere in propria casa un turco venuto in Ancona, diceva, per proprii affari, ma era uno degli esploratori, che Maometto mandava in Italia per conoscere lo stato e gli animi e le forze de' princìpi italiani , e i siti e le difese delle città littorali. Checche ne fosse, il Boldoni lo aveva generosamente in-tertenuto e contratta seco amicizia. Ora, trovandosi egli poi in Costantinopoli, quando fu espugnata e presa, ed egli spoglio di tutto e fatto schiavo, quel turco amico lo riconobbe. Era colui caro a Maometto, e molto glielo raccomandò, e glielo fece riconoscere per quel desso, che in Gallipoli al giovane Amuratte avea fatto offerta della nave. Il barbaro se ne rammentò, e comandò, tutto gli fosse rendu-to, egli libero, libera tutta la sua compagnia. Do-nollo inoltre d' un salvocondotto, onde potesse come e dove e con chiunque volesse, andate securo del tutto.
Bramavasi, dicemmo, da' principi la pace, Ì454 ma non s'nceramente ; sinceramente bramavasi dal pontefice, il quale adoperavasi con tutto lo zelo per ispegnerne le discordie. Proponeva un congresso a Roma; e vi si teneva, lui stesso presedendovi. Tutti protestarono di voler posare le armi per voltarle contro il turco; ma poco durevoli furono quelle proteste. Intanto, a malgrado delle seguite capitolazioni tra Castelfidardo ed Ancona, erasi quella terra sottratta alla giurisdizione di questa; nè gli anconitani, come narra il Saracini ( p. 266, 267 ), avevano potuto riaverla dal pontefice. Per lo che temendo essi, non Offagna ne seguitasse 1' esempio, mandaronvi di nottetempo gente armata. E siccome per breve pontificio ne avevano la facoltà, vi rizzarono una rocca, cui sempre tennero bene presidiata. Un nobile anconitano vi si mandava a castellano.
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