Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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STORIA D' ANCONAtre in tre mesi, sotto la peua, non pagandosi, di dovere pagare un quarto di più. E più rigorosa è ancora la intimazione su ciò medesimo fatta il i4 giugno i454-
Che Ancona da remotissimo tempo si godesse tra gli altri suoi privilegii quello ancora di coniare monete d1 oro, d' argento, di rame, e ciò per concessione della santa sede sovrana, lo dissi già, e lo provai abbastanza. E non meno certo è, che nell' e-sercizio di questo ancora dovea dipendere da quella sovranità. Lo dimostrano tre bandi del tesoriere b. Antonio Fatati, del 17 settembre, del ni novembre, del i3 decembre 1454, tutti e tre diretti alle città marchiane, che aveansi tale privilegio, e sono: Ancona, Camerino, Fermo, Ascoli, Recanati, Macerata. Col primo, riconosciutosi il difetto di iega e di peso, ond' erano tocche le monete coniate nelle anzidette città, se ne comanda il chiudimento, e si vieta ogni fabbricazione di altre monete, finché non sia fatta pubblica la riforma ordinata da Sua Santità. Col secondo si prescrive 1' annunziata riforma sì per riguardo al peso, sì per riguardo alla lega, e sì per riguardo al conio. Col terzo finalmente si comanda, che le monete così riformate si debbano da tutti ricevere e spendere per lo valore assegnato. Mi passo dal qui riferire intieri i tre mentovati bandi per tema di non farmi increscevole : e a chi intende e rag ona basta bene, che io gli abbia accennati. Chi brama, leggendoli, di satisfarsene, può leggerli nella dissertazione, che il eh. monsignore Compagnoni ne scrisse al eh. cavaliere pesarese Annibale degli Abati Olivieri Giordani, ed è inserta nel quarto volume dello Zanetti sulle monete d'Italia.
E poiché me ne viene il buon destro, voglio rammentare un altro bando ancora dello stesso tesoriere b. Antonio Fatati, dato il 24 novembre di questesso anno. Per quello a tutti e singoli i giudici e gli altri uffìziali, quali che sieuo delle città mar-
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