Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XIV.
chiane, ( tra le quali è nominata Ancona ) si comanda: « che debbano fare arrestare e imprigionare i vagabondi ed i facinorosi, che si trovassero « armati o no, i quali infestavano la provincia, ed « empievanla, vi si dice, di enormi scelleratezze e « di scandali ».
Ebbe fine in quest' anno il breve ponti-ficato di Nicolò V., pontefice insigne, la cui memoria sarà sempre gloriosa pel suo grande animo, per la somma prudenza del governare, per lo zelo della religione, per 1' amore della pace, per la protezione alle lettere ed ai letterati, e per le sontuose opere di cui adornò Roma, e disegnava di più adornarla. Egli morì il 24 di marzo, mentre navi ed armati apparecchiava per soccorso ai cristiani contro dei turchi. Adunatisi in conclave i cardinali, il giorno 8 di aprile, eleggevano a pontefice Alfonso Borgia nativo e vescovo di Valenza, uomo di molti anni, e di somma dottrina in legge. Volle essere chiamato Callisto III.
Alla storia generale appartiene narrare, con quanta efficacia di zelo si adoperasse egli per collegare i principi cristiani contro il turco. Io dirò solamente, ch'egli davane il primo esempio, armando i suoi popoli, sè stesso assoggettando a grandi privazioni, e i tesori della chiesa destinando alle necessarie spese. E senza parlare del restante suo stato, dico per riguardo d'Ancona e della Marca, che Marino degli Orsini, arcivescovo tarantino, eletto governatore e vicario generale della provincia, annunziando con suo editto degli 11 maggio 1455 la sua elezione, comandava a tutte le città da lui dipendenti, tra le quali Ancona annoverata la prima, comandava loro la debita obedienza, e la fedele osservanza , e l'esatto adempimento dei precedenti ordini del pontefice sovrano. Con altro poi editto, dato d'Ascoli, il i4 giugno i456, ingiungeva ad Ancona, sotto pena ad arbitrio, che senza indugio dovesse
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