Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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STORIA D' ANCONAda lui mostrato loro, e le altre circostanze tutte; par mi, che solo un Nerone, o un Domiziano sarebbe stato capace di ś atroce disegno. Se il pontefice avesse voluto vendicare la morte del Griffoli ; noi potea tauto prima? avrebbe atteso quel momento? Se avesse voluto privare Ancona della sua libertà ; ne avrebbe tutti confermati i privilegii sino ,da' primi giorni del suo pontificato ? Che confusione vi fosse per quel tanto adunamento di gente senza capi, che domaudava soldi, e mezzi, e modi al tragitto, e percị vi fosse pericolo di qualche ammutinamento ; bene io lo credo. Ma il credere altro , me lo vieta la mia ragione. E meglio era, per patria carità verso quel cronista, non accennare neppure quella da lui narrata novellaccia da piazza, incredibile, assurda, oltraggiosa al pontefice.
Il quale, per liberarsi da quella moltitudine di bassa e povera e inerme popolaglia , comanḍ, che tutti alle loro case tornassero quelli, che non avessero , come sostenere per sei mesi la guerra a proprie spese. Nondimeno concedette loro di buon grado le indulgenze della crociata. Agli altri promise di procurar loro il passaggio su due galere veneziane. Ma tardando queste a venire, scoraggiati anch'essi sbandaronsi quasi tutti. Coś la prudenza del pontefice, come le anconitane cautele a raddoppiar le guardie delle torri e delle rocche, cessarono la confusione , e allontaṇ il giustamente temuto pericolo.
Trovo avere il Pinàuro mandato alle lettere, che il pontefice inviasse un legno parlamentario al Sultano, esortandolo a cessare le stragi, e convertirsi alla cattolica fede. Non so quanto ad altri possa cị parere credibile, nè trovo, che altri scrittori lo dicano, tranne il Pinàuro: ma cị almeno non è nè inveri simile, nè assurdo. Ben vero è, che colla bolla Inef-fabilis sopiva la controversia del sangue di N. S. tra' domenicani e i minori. E vero è, che in Ancona ricevette un ambasceria de' ragusei. I quali annun-
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