Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XVI. 377
quel monarca, non già per ribellarsi al legittimo principe, e darsi a lui, ma sì per la difesa contro il comune nemico, e per la conservazione del proprio traffico.
Se però di fellonìa non può incolparsi Ancona, reo di fellonìa si fece Boccolino, fìgliuol diGuzone, osimano, che fattosi tiranno della sua patria, tutto si diede a fortificarla. Contro lui fu spedito colle pontificie milizie il cardinale Giuliano della Rovere; che fu poi papa col nome di Giulio II. La strinse questi d' assedio ; e quell' assedio durò parecchi mesi.
A quell'assedio narra il, Saracini (p. 284) , che gli anconitani accorsero con un mila ca-valli, e settecento fanti, « dispiacendogli molto il disprezzo, che detto Boccolino alla chiesa ed « al suddetto Innocenzo faceva, come suddito non « meno, eh' egli era, ma ancora per avere per sua « moglie una nobile donna anconitana figliuola di « Giacomo di Felice Leoni, nobile anconitano. » Nè checché il papa facesse, alfine di ridurre 1' usurpatore alla ubbidienza, offertogli il perdono, non potè mai piegarlo^ nè smuoverlo dall'empio proposito. Io dico empio, conciossiachè josse detto, siccome scrive il Muratori, « che avea spedito a Bajazetto imperadorè de' turchi, ed essere stato in accordo con lui « di consegnargli Osimo. » Gli scrittori delle cose nostre ci hanno tramandato tutto intiero il trattato dall' osimano proposto al turco : « Osimo si arrenderebbe al sultano, ma sì, che conserverebbe la « cattolica religione, e godrebbesi la libertà concessagli da' sommi pontefici, e sarebbe esente da ogni « tributo di denari, d'uomini, di fanciulli, di fan* « ciulle;
« In segno di vassallaggio offerrebbegli un ca-< « vallo del valore di dugento ducati, e un pajo di « cani, senza però obbligo di condurli ; e questa « offerta per la città d'Osimo tosse e pel suo contado;
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