Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      LIBRO XVI. 379
      Assediato dalle truppe del cardinale della Rovere, come dicemmo, e dalle anconitane, oppose loro per più mesi valida resistenza. Il papa, per ridurlo a patti, interpose la mediazione di Lorenzo de' Medici. Questi lo indusse finalmente a cedere la città, mediante lo sborso degli ottomila ducati d'oro, e la concessione delle altre condizioni , che di sopra memorammo. Chiamatolo quindi Lorenzo a Firenze, usogli di molte finezze, ed inviollo poi, per sua maggiore sicurezza a Milano. « La sicurezza fu, dice il « Muratori, che Ludovico il Moro lo fece impiccare « per la gola. »
      Aveva U Comune di Montefano nel i486 bramato e chiesto dal comune d'Ancona, d' essere accolto sotto la sua giurisdizione. L'anconitana signoria, sebbene avesse grata quella come quasi spontanea dedizione; pure, come ne assicura il moderno illustratore d'Ancona, inviò un ambasciatore al governatore della Marca, acciò pregasse il papa ad accettare tale assoggettamento ..... Nulla si ottenné. Egli ne vede il perchè in questo, che la politica non permetteva, che si accrescesse la forza della repubblica anconitana. Altro ne sembra a me. I rettori dell' anconitana republica implorano 1' approvazione della santa sede, perchè sanno, qual dipendenza da questa abbia ella : quell' approvazione si nega, ed il sovrano togliendo alla giurisdizione d'Osimo la terra di Montefano, ed alla romana chiesa assoggettandola direttamente, usa de' diritti della sua sovranità. Meglio si andava già avvisando in Roma, come a cessare i disordini dello stato fosse necessario , che le parti di questo divergessero meno dal centro, e "1 godimento delle concedute franchigie non s' allargasse più oltre a' limiti prescritti.
      Toccammo già, come la lega tra Ancona e Mattia re d' Ungheria avessela renduta sospetta a Roma. Crebbero i sospetti per nuovi favori ad essa compartiti da quel valoroso e saggio monarca. Ciò furo-


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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