Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XVI.
ornamento al porto e difesa. Ma all'antico gusto di fabbricare torri succeduto era il gusto di abbatterle. Decretò pertanto il consiglio, che nessuno potesse disfarle senza prima ottenere il permesso dal governo* Saggiamente ; perchè quelle utili difese erano dalla parte del mare , mentre nè i baluardi nè i forti eran-vi allora che al presente vi sono.
La penuria durava ancora, accrescevasi anzi ; il popolo tumultuava per aver pane, i tomi tenevansi chiusi, e muniti con forti guardie. Il magistrato non mancava a sè stesso, nè al mantenimento ed alla quiete della città : a pubbliche spese distribuivasi alla più minuta gente , ed a misura, un pane composto d'orzo, di miglio, e di legumi; appena a'più agiati davasi pane di frumento. Alla penuria susseguì una grande mortalità di cittadini e di contadini.
Non sì però de' propri! mali abbattuti erano gli animi degli anconitani, che non dessero il peu-siere e 1' opera a cessare gli altrui. Travagliata era Recanali per civili discordie. Non dimentichi essi de' buoni uffìzii, che i recanatesi in altri tempi, come raccontammo , avevano interposti per loro , spontaneamente si offersero, come mediatori, per tornar quelli a concordia. E ben mi gode l'animo rammentando questi pietosi atti di civile carità.
Ma ecco porsi di mezzo il demonè del-r interesse a spargere tra' due popoli i semi della discordia : non erano cessate del tutto le goffe e puerili gare del medio evo; ma questa almeno non fu promossa dagli anconitani. Bella occasione di allargare i loro mercantili vantaggi offerivano loro le richieste, che gli europei mercatanti faceano loro, di due mesi di franchigia ( agosto e settembre ) per le merci, che in quel tempo mandassero in Ancona , fosse per la via di terra , fosse per quella di mare. Franchigia domandavano ed esenzione da ogni aggravio di gabella. Gli anconitani acconsentirono , e
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Saggiamente Recanali Ancona
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