Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XVI.
Gli esini apparecchiavansi alla guerra, nè gli anconitani si stavano. Per evitarla manda- ^ja'.jj vano e rimandavano ambasciatori; e per ripulsarla le loro forze accoglievano, alla difesa delle due castella, alle altre loro castella e terre comandavano, che mandassero uomini armati, quelle, che non ubbidivano, a multe pecuniarie condannavano. Così se ne andava il i5ia. Ma nella notte del 20 al 21 febbraio i5i3 Giulio moriva. Neil' interpontificio gli esini, fatta un' oste ( lo dicè il Grizi, lo ripetono i nostri ) di dieci mila fanti ed ottocento cavalli, datone il comando a Giacomo Rosetti (così ili Grizi, altri dice il Vitelli da Cittadicastello ) la spinserò contro Monsanvito, e vi posero l'assedio, ingiunto al capitano, che presa quella terra, col fuoco dovesse arderla, col ferro disfarla per modo, che ve* stigio non ne restasse di edifizii e di mura. Gli anconitani all'incontro adunate avevanò le loro schiere, e secento uomini condotto avevano da Zara; ed eransi aggiunti loro trecento treiesi, offertisi a servire gra*-tuitamente, ed una grossa mano di ascolani. Matteo Fortunio comandava gli zaratini: per gli anconitani era pure il duca d'Urbino colle sue genti. Maravi-gliosa fu la resistenza, che all'oste di Jesi contrappose la guernigione di Monsanvito: gli ascolani, testimonio il Grizi, vi si segnalarono. Ma per costringere le truppe esine a levarsi da quell' assediò, una opportuna diversione si divisò mandando una poderosa schiera per alla volta di Jesi. La fazione riuscì, come si era bene avvisato. L'assedio tu sciolto, dopo però un furiosissimo assalto dato alla terra, e con estremo valore ripulsato dai difensori. Lasciarono gli oppugnanti terribili orme del loro furore. Inseguilli a furia la guernigione, correndo verso a Mosciano e a Morro, terre del contado esino, e tutto devastando sul suo passaggio. Il Grizi narra, che la compagnia mossasi per a Mosciano, scontratasi in un grosso stuolo di cavalleria esina, comandata da un Santoni,
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