Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      STOBIA. D1 ANCONAcati dovessero gli esini pagar per rate in sedici anni al tesoriere pontificio, e questi pagamenti fossero in isconto delle taglie, de* censi e degli affitti, dovuti d'Ancona alla Camera apostolica. Ne furono vie maggiormente infuocati gli animi degli esini; nè io dirò i bassi modi, co' quali non cessarono di provocare Ancona: rammento sì a lode di lei, che que' bassi modi di provocazione con nobile grandezza d'animo ella spregiò. Onde da ultimo il Papa con suo motuproprio il 1516 « volendo fiaccare i' orgoglio di quelli, in qualità di legittimo sovrano di questa provincia, di cui aveva l'alto dominio ( così appunto scrive quel moderno illustratore d'Ancona ), tolse alla giurisdizione di chicchesia i castelli di Monsanvito, Fiumesino ( cioè la rocca ) ed il castellare di Albarello con tutte le loro giurisdizioni, e « li cedè in perpetuo al comune d'Ancona ».. - Vedemmo, come Ancona non lenta non
      i5i5-1*6 debole si addimostrasse per la conservazione de' suoi diritti. Nè non era meno intenta a vantaggiare il .suo commercio, ad aggiungere nuove opere al suo porto, e frenare con utili provvedimenti l'esorbitanze del lusso. Pruova ne sono le concedute esenzioni nel i5i4 a' turchi mercatanti, e a quelli della Vallona, e di Giannina: il permesso ad un Matteo di Santanatolia, di piantare una nuova fabbrica di panni, somministratigli e locali e fabbriche, sia per la lavorazione, sia per la tingitura: le rinnovate franchigie a' mercatanti anco nel mese della recanatese fiera, onde furono sì dichiarati incorsi nelle censure, ma presto ancora assoluti: la fondar zione di un nuovo molo, detto il moietta: le tolte nel i5i6 rappresaglie contro i veneziani, che a malgrado della convenuta pace con Giulio, non tene-vansi, quando loro se ne porgeva il buon destro, di turbare la libertà della navigazione: e la legge sul vestir delle donne, assoggettati a giuste pene i sartori , e gì' inventori d'immodeste e scandalose mode.


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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