Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      38oSTORIA. D' ANCONA
      soggiunge il Ferretti, « non si riconosceva in questa « città altro ministro , che assistesse alla giustizia, « che i podestà : la elezione de' quali spettava ai generale consiglio, seuz' altra, benché minima approvazione nò pontificia, nè de' legati. Si rinvenne bensì « negli annali publici, che fu dal cardinale di Bibiena, legato del campo pontifìcio, dimorante io « Fano, a richiesta degli anconitani , mandato io « Ancona lo strenuo capitano, Troilo Savelli, barone romano , di quella nobiltà e perizia, nell' esercizio delle armi ben chiaro per attestato degli scriitori, con trecento fanti ».
      Appare da ciò, quanto assurda favola sia quel narrarsi da alcuni, che « Ancona ferma nella sua « risoluzione, onde assicurare la sua libertà, credè « bene fugare le truppe pontificie, non volendo nemeno, che restassero nel territorio anconitano, e « quelle che vennero io porto, proveniente da Pesarò, con tredici barche, a furore di popolo farono cacciate con ogni sorte d" arme, lasciandovi « la vita non pochi ; onde giustamente inquieta Rote ma ci tolse il privilegio della zecca; e la politica « d' Ancona ebbe un brutto ecclissi ». Così a nostri « giorni illustravasi Ancona ! Certo sì, la più balorda politica sarebbe stata cotesta, cacciar le truppe pontificie a furore di popolo, e per tal modo rompere la guerra al pontefice senz' amicarsi il duca d'Urbino , che minacciava e tempestava. Tutta la quale insulsa e mal tessuta narrazione è propriamente il quadro , di cui si fa beffe Orazio ne' primi versi della sua epistola a' Pisoni. Ma progrediamo.
      Il Bilacqua ( poiché di questo rozzo e barbaro scrittore due parole si recitano a pruova ), il Bilacqua , della cui inedita cronachetta rapporta alcuni brani il Saracini ( p. 313 ), con isgrammatleate parole latine , ci racconta : « dagli anconitani ( di cui « ben giustamente altronde fa molta lode ) gravissimi danni, damnilas maxi mas , ebbero in quest'ao-


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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