Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XVI. 427
itone degli anconitani alla santa Chiesa romana. Dicemmo or ora, che il turco era minaccioso più che mai, e l'adriatico era infestato dalle sue fuste. Nè Ancona mancava a sè ; provvedevasi alla più intenta custodia della città, le guardie alla vedetta del monte Cònero si addoppiavano , e del comparire da lungi de1 piratici navili si comandava, che se ne desse il il segnale , di giorno con fumate , di notte con accesi fuochi.
Ciò rammento con piacere : non con piacere rammento le non ispente del tutto discordie municipali ; troppo elle mi sanno di guerra civile. Il 27 settembre fu stanziato un decreto : che nessuno esi-no potesse dimorare nella terra di Monsanvito, se non vi avesse stabili possidenze, nessun podere od altro bene stabile del distretto di Monsanvito potesse vendersi agli esini , nessun terrazzano di Monsanvito condurre a moglie donna da Jesi ; pena, chi trasgredisse il divieto in alcuna delle sue parti, cento ducati d'oro.
Carlo V. frattanto, peggiorando sempre la salute di Prospero Colonna, suo condottiere d'armi in Lombardia , chiamò a reggerla don Carlo Denois, e con-durvi un rinforzo di truppe, per iscacciarne i francesi. Il 22 di novembre passò il Denois per Ancona, conducendo seco mila fanti, e trecento cavalli. Trovo scritto, che questa schiera non fu ammessa in città. Furonvi accolti il viceré e '1 suo stato maggiore, assegnati loro gli alloggi, e designati i deputati a disporli: pena 25 ducati, chi loro non ubbidisse.
Per le spese de' lavori necessarii alla ri-paragone del porto, erasi supplicato, dopo ' la morte del pontefice Leone X., al sacro Collegio per uno sgravio del censo tributario, che paga-vasi alla Camera Apostolica ; e dal sacro collegio erasi conceduto d' un terzo. Ma non però, attesa la presta morte del pontefice Adriano, se n'era riportato il pontifìcio breve. E frattanto, per la certa speranza
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