Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
43oSTORIA D'ANCONA
Benignamente ascoltolli il pontefice. E per*
,5a5' ciocché enormi erano le spese, cui soggiaceva Ancona pe'lavori del porto, che non potevansi intermettere, per le fortificazioni della città, pel passaggio e per le stazioni delle truppe, comaudò, che quella tassa, cui doveva mensilmente pagare, si usasse per quelle occorrenze. E al vicelegato, ed agli esecutori ingiunse, che le bestie e le altre cose tolte per la manoregia se le dovessero restituire.
E come se tante spiacevoli contingenze non bastassero al travaglio degli anconitani, per sopraggiunta imperversavano le turchesche piraterie. Galere e fuste colla insanguinata insegna della mezzaluna andavano corseggiando per l'adriatico, e questesso anno recato avevano a Grottamare taccheggio c rovina, e quanti e quante aveano i ladroni, sbarcati di quelle fuste, potuto raggiungere, trattili in ischiavitù. Con vie maggiore pertanto e zelo e vigilanza e spesa si afforzavano le difese, si addoppiavano le guardie, si munivano le spiagge, si disponevano armati, che ad ogni avviso, ed a convenuti seguali prontamente accorressero, ovunque fosse uopo.
E nel tempo stesso provvedevasi alla migliore cultura delle terre. Molte terre, pertinenti al Comune, che rimaneansi incolte, erano ne'distretti di Umana, di Bolignano, di Fiumesino. Onde tu decretato dal consiglio il 3 settembre, che quelle terre 6Ì dividessero tra'consiglieri, il comune ne avesse il dominio diretto, essi l'utile, k> tramandassero a'loro discendenti, durante la linea mascolina, al Comune contribuissero ogni anno una coppa di frumento per ogni soma di seminato. Così provvedevasi ad un tempo al publico ed al privato interesse.
Mali su mali si aggravavano dal levante.* AÌ5a6 le turchesche depredazioni descritte, dilà una pestilenza micidiale, di cui diremo, di là nel i5a6 ci venne una immensa copia di cavallette. Come un nugolo ci vennero, adombrando il
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