Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      legati federali pare sia stato Ascoli, che gli scrittori latini chiamano caput gentis. È possibile ancora che nel suo agro, il tempio di Cupra sia stato il sacrario ieratico-politico della gente picena.
      Inclinerei altresì a pensare che vi sieno potute essere due grandi ripartizioni, e forse anche tre. La prima, più antica e maggiore, fu quella dal Tronto al Chienti con a capo Ascoli o Fermo. La seconda potè essere dal Chienti all' Esi, capitanata da Ancona. La terza, e più recente, dovette essere il paese dal Tronto all'Aterno; e su questo dominava la nostra Hatria. Penserei inoltre che il vincolo federale, data la configurazione longitudinale della regione, non potesse essere molto forte. Forse non era determinato che dalla comunanza di stirpe, da qualche trattato di concordia, da alcuni simboli religiosi. Riterremo dunque (e questo lo possiamo con sicurezza) che la nostra Hatria Picena fosse repubblica perfettamente autonoma, a capo, colle altre, della confederazione picena, dando alla parola repubblica il significato più esteso e letterale di stato e di governo libero anche se retta da regoli o da sacerdoti scelti a vita.
      II. Governo, milizia e classi sociali. — Per le ragioni esposte dobbiamo congetturare che la repubblica atriana, al pari delle altre del Piceno e del Santi io, si reggesse come più tardi, ed anche contemporaneamente, si resse la romana.
      Il nucleo dello stato era la famiglia della schiatta dominante e proprietaria delle terre conquistate, in contrasto colla precedente popolazione indigena, soggiogata e spogliata: la prima costituiva la classe aristocratica nel puro senso letterale del vocabolo, che in Roma si disse patrizia : la seconda, la plebe. Nel caso nostro, i patrizi furono i Piceni, e plebe gli ultimi resti delle genti siculo-umbre sottomesse. Ma se l'ipotesi da noi già fatta sussiste, che, cioè, l'occupazione picena potè compiersi senza troppi contrasti, ne consegue che non dovette esservi una popolazione indigena interamente


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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