Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio
CAPITOLO III.
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dell'atrio, e che Adria Veneta fu una fiorentissima loro sede. Ritengo che a questa, e non alla nostra, debbano riferirsi le parole di Varrone; ma per quella comunità di origine altrove dimostrata, per l'affinità etnica dei due popoli, per le relazioni forse non mai interrotte fra loro, non potendo a causa della lontananza esservi ragione di dissidio, non è improbabile che dagli Adriesi abbiano i nostri appreso la costruzione dell'atrio, perfezionato coli'arco. La natura paludosa del loro suolo, portò gli Adriesi a sopralzare le loro abitazioni in tempi che i nostri, per diversa condizione di luogo, potevano ancora comodamente rimanere nelle caverne.
L' ipogeo atriano si affaccia su di un dirupo, nella parte meridionale della città, ad un livello molto più basso del piano di questa. Sotto il dirupo scorre il fosso del Gallo, affluente del Piomba.
Si presenta esternamente con cinque grandi finestroni aperti ad arco nel conglomerato breccioso. Assai malagevolmente può entrarvisi, rasentando il dirupo su di un sentiero assai pericoloso. Dentro si trovano quattro grandi corridoi, intersecati da altri quattro, che isolano in tal modo sei grandi pilastroni, mentre altri tre rimangono addossati al monte. I primi sono scavati per una lunghezza massima di m. 23.58, i secondi, trasversali, per quella di m. 36.04. Lo scavo appare irregolare a seconda dell'accidentalità del forte conglomerato. Si ha cosi una forma rettangolare irregolare con un'area di oltre seicento metri quadrati. L'altezza dal piano alla volta è di m. 3.18 a valle e m. 2.12 a monte. Il quinto finestrone rischiara lo sbocco del cuniculo principale, entro cui fan capo i minori intrecciantisi in un labirinto di condotti che spesso devono percorrersi carponi ; il che accade oggi per i sedimenti limarii che ne hanno rialzato il piano. Lungo la collina dirupata veggonsi altri fori, che, a causa, del ripido scoscendimento del terreno pliocenico breccioso, sono inaccessibili. Parrebbe che tutto quel lato meridionale fosse stato largamente scavato dalla mano dell'uomo. A quale
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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma 1911
pagine 324 |
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