Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio
luti LIBRO III - HATRIA SOCIA DI ROMAIl primo scontro della flotta italica fu disgraziato. Il console Gneo Cornelio Scipione, partito con 17 navi alla volta di Messina, fu fatto prigione, e le navi furono catturate nelle acque di Lipari. Il grosso della flotta, sotto il comando del console Caio Duilio, non spaventato dall' insuccesso, venne avanti, e, dopo aver danneggiata una piccola squadra cartaginese, giunse felicemente a Messina. Ma la grande battaglia si ebbe presso la punta di Milazzo, a nord-ovest di Messina. I Cartaginesi, osservando la flotta romana incerta nei suoi movimenti e ritenendola facile preda, attaccarono. Ma i ponti d' abbordaggio agirono perfettamente e diedero la vittoria ai nostri, colla cattura e coli'affondamento di circa cinquanta vascelli cartaginesi, ossia di quasi la metà della flotta, e con un vantaggio morale superiore a quello materiale, che pur fu grande.
L' anno seguente, 495 d. R., la flotta italica fu in Corsica occupando Aleria e Olbia, e nel 496 fu combattuta una seconda battaglia al capo di Tindaro con esito incerto.
Ma poiché tutto questo armeggiare appariva senza frutto, il Senato romano decise di andare in Africa ad assalire Cartagine, per troncare d' un colpo la causa della guerra. Pertanto, nella primavera del 498, su di una flotta di .330 navi ancorate al porto d' Imera, salirono le legioni sotto il comando di Marco Attilio Regolo e Lucio Manlio Volsone. I Cartaginesi lasciarono imbarcare le milizie ed aspettarono al largo l'armata romano-latina, fidando, per distruggerla, nella loro superiorità nautica. Forse non prima d'allora si scontrò in armi tanta forza di navi. I Romano-italici per 330 quin-queremi dovevano avere circa centomila remiganti con quarantamila combattenti. I Cartaginesi avevano 350 vascelli e quasi altrettanti combattenti quanti i Romani. Questi, schieratisi a triangolo, penetrarono come un cuneo, separandola, in mezzo all'armata fenicia che era in linea. Si combattè così in ordine sparso, col definitivo vantaggio degli Italici, che perdettero 24 vascelli, ne catturarono 64 e ne
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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma 1911
pagine 324 |
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Pagina (99/332)
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