Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      LIBRO III - H ATRI A SOCIA DI ROMA
      « tanti soldati : se si richiedeva loro il dovuto, secondo l'antica « formula, appena con sforzo lo darebbero: pregavano e scongiuravano che fosse loro permesso di entrare in Senato a «chiedere grazia: protestavano che nulla essi avevano commesso, per cui dovessero per giustizia morire ; ma anche « morendo, nè il loro delitto, nè l'ira del popolo romano, potrebberò mai far si, che dessero più soldati di quel che non « avessero. I consoli di Roma, ostinati, comandano ai legati « di rimanere in Roma, ed ai magistrati di tornare in patria a « fare le leve : se non conducevano in Roma il numero prescritto « di soldati, a nessuno di essi sarebbe dato accesso in Senato. « Così, colla precisa speranza di poter adire il Senato ed ottenerne grazia, senza difficoltà fu compiuta la leva in quelle « dodici colonie stante il cresciuto numero dei giovani durante « la lunga vacazione ».
      Noteremo, pel nostro soggetto, alcune cose intorno a questo brano di Livio. Prima di tutto si conferma quello che appare ogni giorno dai documenti epigrafici che tornano a luce : la struttura interna delle colonie latine, coi suoi consoli, col suo Senato, coi suoi legati, coi suoi censori, del tutto uguale a quella di Roma. In secondo luogo appare chiaramente che la secessione latina era per Roma un fatto grave anche ora che la guerra era finita. I consoli, più in contatto dei senatori colla realtà delle cose per la natura esecutiva del loro ufficio, erano più di questi propensi a moderazione; perciò tacevano, volevano far dimenticare il fatto e trattarlo blandamente. Il Senato, risvegliato da alcuni suoi membri, certamente amici ed oriundi di qualcuna delle diciotto città fedeli, ne fa loro rimprovero, ed ordina, non la guerra, come sicuramente avrebbe fatto se si fosse trattato d'Italici, ma severi provvedimenti che giungevano a menomare l'indipendenza e ad infrangere il patto equissimo delle colonie. Tali erano 1' annuo tributo e l'imposizione del censimento per opera dei censori romani. Ma nelle parole di quei magistrati e patrizii latini v' è tanta dignità e fermezza, che si sente in esse il lontano fremito


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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