Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio
CAPITOLO III.
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II. Diritto romano e diritto latino. — La fortuna e la grandezza della Repubblica ne avevano cambiato lo spirito ed i metodi di governo. Finora avevano camminato di pari passo, con reciproco rispetto, il diritto politico dei Romani e quello dei Latini. L'Italia, in passato, dividevasi, come sappiamo, in municipii e colonie appartenenti alla confederazione latina ed in municipii e colonie romane o cittadine, col pieno dritto di suffragio o senza. Ora le cose erano cambiate. Roma affettava ornai di sopportare come un peso al piede il legame che l'univa alla confederazione latina, ed anelava di liberarsene. Dopo la battaglia di Canne era stata in Senato rifiutata la proposta di concedere due posti sena-torii a ciascuna città latina.
Cittadinanze romane senza suffragio, ossia sudditanze, ornai non si costituivano più; le nuove colonie si fondavano tutte romane col pieno dritto. Viceversa, colonie latino non si deducevano più, ed in quelle esistenti si sofisticava sul dritto che i coloni avevano di abitare in Roma, di possedervi e di accedere alla cittadinanza Fu stabilito che in Roma potessero andare ed ottenervi la cittadinanza, solo quelli che lasciassero in patria i figliuoli e parte del patrimonio. Altra volta ne fu limitata la facoltà a quelli che in patria avessero coperte cariche pubbliche, o avessero convinto di concussione un magistrato romano. Erano vere violazioni del patto federale, delle quali però i Latini non tennero alcun conto, emigrando in massa a Roma ed eludendo in mille modi le accennate prescrizioni, fino al punto che i magistrati locali dovettero reclamare alla Repubblica, non potendo per lo spopolamento più allestire i fìssati contingenti di leva. Per tal fatto, Roma organizzò grandi espulsioni tra il 567 ed il 577, le quali, sebbene giustificate, non furono per questo meno irritanti.
Roma veniva così spostando la base della sua potenza, costituita dalla condizione privilegiata federativa fatta alla gente di nome e di dritto latino. Quanto questa sua politica fosse temeraria e pericolosa, non sfuggì, fin dal principio, ai
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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma 1911
pagine 324 |
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Pagina (138/332)
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