Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      CAPITOLO III.
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      costituzione, Mario argutamente rispose che fra lo strepito delle armi non aveva potuto sentire la voce delle leggi. E non sentendola neppure nei silenzi della pace, aveva riformato ab imis la milizia, abrogando il limite del censo ed arruolando anche i proletarii, coi quali - addestrati duramente alla milizia al punto che si dissero i muli di Mario -respinse i Cimbri ed i Teutoni. Il che, se fu allora la salvezza d'Italia, ne fu più tardi la rovina, creando una massa di uomini non più vincolati alla patria, ma al campo di guerra ; non aventi altro mestiere che quello delle armi, altra legge che la volontà del generale. Costoro formeranno il nerbo e la forza delle future dissenzioni civili, che cominceranno con Mario e finiranno con Augusto.
      Il dissidio, frattanto, si acuiva fra Roma e gì' Italici. Da una parte il Senato ed i consoli Q,. Muzio Scevola e L. Licinio Crasso emanavano l'improvvido senato-consulto, pel quale, messa da banda ogni passata tolleranza, si ordinava una severa inchiesta sui dritti civici di ciascun italico e la espulsione generale dei non cittadini. Dall' altra, gli espulsi tornati in patria non fecero che accendere gli animi e persuadere tutti, che altro rimedio non v' era contro tanta ingiustizia fuori quello d'impugnare le armi.
      Silone e Di-uso. — Sorse allora il Marso Pompeio Silone, nella cui persona fiera e risoluta incarnossi l'insurrezione italica. Correva questi infaticabilmente di comune in comune, per ogni luogo, quietando dissensi ed unendo e raffermando tutti nel comune intento di conquistare la libertà contro Roma, tiranna ed ingrata. Faceva di più. S'accaparrava il favore del tribuno della plebe M. Livio Druso, giovane patrizio di gran cuore e di gran mente, che voleva salvare Roma e l'impero dall' oppressione dei cavalieri, padroni della giustizia e dell'amministrazione. Al pari di C. Gracco, Druso si appoggiò sulla plebe e sugi' Italici per conseguire il suo scopo, non potendo fidare sui suoi pari e sul Senato, corrotti e deboli; e senz'altro propose che fosse concessa la cittadinanza


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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