Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio
CAPITOLO III.
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L'assedio d'Ascoli durò un anno, dalla fine del 664 a quella del 665 d. R. Gli Atriani vi ebbero molta parte, come ne fanno fede i missili che tuttora si rinvengono attorno alle ripe del Castellano e del Tronto che cingono Ascoli. L'assedio cominciò con una rotta di Strabone, che, imbaldanzito dalla vittoria e ritenendo la città poco munita, poiché non vedeva sugli spaldi delle mura che vecchi e ragazzi,1 ciò che gli assediati facevano ad arte per attirarlo, ordinò l'assalto che fu vigorosamente respinto con gravi sue perdite.
Mentre questi ed altri fatti d'arme accadevano intorno alla capitale del Piceno, pubblicavasi in Roma la legge del console L. Giulio Cesare, che da lui fu detta lidia e per la quale la guerreggiata cittadinanza romana veniva accordata ai socii latini ed italici che non avevano prese le armi ed a quelli che le deponevano. Con altra successiva legge dei tribuni, tale civico dritto era esteso a tutti i domiciliati in Italia fino all' Esi ed al corso inferiore dell' Arno, i quali si fossero presentati al pretore urbano entro sessanta giorni. Insomma, si cedeva a furia e si largheggiava mentre le spade erano tuttora rivolte verso i petti romani, non solo in Ascoli, ma nella Marsica, nel Sannio e pressoché in tutti i paesi aderenti alla lega, come al principio della guerra. Gli Italici avevano cosi effettivamente vinto, ed erano ben lungi dal deporre le armi non ostante le vittorie di L. Cesare e di Strabone, colle quali Roma, nel cedere, cercò salvare il suo decoro. Non le deposero infatti i più accaniti fra loro, come gli Ascolani, i Marsi, i Sanniti, benché di giorno in giorno apparisse che Roma veniva già in parte conseguendo lo scopo di disgregare le forze della lega.
Per l'anno 665 il vittorioso Pompeo Strabone fu eletto console insieme a L. Porcio Catone. L' uno e 1' altro ripresero la guerra ; questi muovendo contro i Marsi, dai quali fu battuto ed ucciso presso il lago Fucino, e quegli per il Piceno,
1 Frontino, Stratag. Ili, 17-8.
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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma 1911
pagine 324 |
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Pagina (166/332)
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