Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      LIBRO IV - HATRIA MUNICIPIO E COLONIA ROMANAlazzo Ducale, allora demaniale, oggi proprietà nostra, fu rinvenuto da Nicola Sor riechio un sarcofago romano con iscrizione. Era presente al ritrovamento l'erudito francese abate Bertrando Cap-Martin de Chaupy, ospite del Sorriccliio ed autore recentissimo della Dècourerte de la maison de campagne d'Horace, Roma, 1769, in tre grossi volumi illustranti la Magna Grecia e la Sabina. Secondo le commendatizie del marchese Romualdo de Star lidi e di Prospero Cataldi al Sorriccliio, V abate de Chaupy proveniva da Ascoli e s' apparecchiava ad un' ulteriore opera in undici tomi sulle antichità italiche, la quale mi sembra non sia poi venuta a luce. In seguito il prezioso monumento andò disperso, tanto che nel 1846 il Mommsen non potè vederlo e dovette contentarsi della trascrizione epigrafica del Sorriccliio e del Cap-Martin, rapportata nei manoscritti del primo. Nel 1856 Gabriello Cherubini giunse a ricuperare la parte superiore della pietra, la più importante, ma rovinatissima e rotta. In tale condizione la riconobbe il Dressel sul luogo per la nuova edizione del Corpus del Mommsen. Per tale rovina vi fu qualche divergenza tra la lezione del Sorriccliio e quella del Dressel, sopratutto sulle prime parole che designano il prenome e la tribù del soggetto e sulla quinta e sesta riga scritta, divergenza che non è per noi di alcun interesse. Ad ogni modo la logica ed il buon senso vogliono che debba preferirsi la versione del Sorriccliio e del Cap-Martin, che ebbero davanti agli occhi il monumento genuino ed inalterato, ed erano esperti conoscitori ed interpreti nella materia, tanto più che il Dressel non è coadiuvato dal Cherubini, scopritore del frammento, il quale lesse come il Sorriccliio, ed in fondo neppure dal Mommsen {Corp. Inscr. Lai. n. 5016). Tralascio le molte dispute dell'Antinori, di Alessio Tullii e degli altri, e trascrivo la preziosa epigrafe quale la trovo nei manoscritti sorricchiani:


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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