Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      CAPITOLO Vili.
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      nessun'altra facendo parola le scritture sincrone. Miglior lumenon ci fornisce l'epigrafia, che ci offre solo iscrizioni cristiane dei secoli medioevali. Abbiamo dunque in Atri, rispetto alla conversione al cristianesimo, quasi assoluto silenzio fino all'epoca medioevale, e negli atti dei martiri, e nella leggenda, e nella documentazione storica, e nei ruderi, e nell'epigrafia. Ben s'intende che io parlo del sentimento della generalità, o per meglio dire della maggioranza, non di quello dei singoli, poiché una eco dei dolori dei primi cristiani ci par di ravvisare in una iscrizione metrica sovrapposta ad altra pagana: in essa si piangono gli habitantia criptas (per) secula gelida. 1 II che non infirma il nostro assunto, sembrandoci anzi che lo confermi, poiché quei pochi generosi erano costretti a rifugiarsi sotto terra per sottrarsi all' ira dei gentili. Nè più né meno che a Roma, dove le persecuzioni, per la residenza del governo, infierivano di più, e dove, ciò non ostante, i pagani rimasero numerosi fino a ben tardi. Un eguale fenomeno riscontriamo in Castronovo, in cui il passaggio alla nuova religione è chiaramente contrassegnato, nel trasporto delle reliquie di S. Flaviano, nel conseguente cambiamento del nome del luogo, nell'erezione del tempio, tra il vi e ix secolo.
      Alla fine della nostra istoria, non abbiamo bisogno di provare al lettore come Atri e Castro fossero i luoghi preminenti dall'Aterno al Tronto, che la politica romana aveva rafforzati dalle origini, e che erano tuttora a capo del Piceno meridionale. Vedremo nella parte medioevale della nostra istoria, come tali rimanessero fino ai secoli xiii e xiv. Secondo gì' insegnamenti di S. Leone ai vescovi africani (Ep. 87) e l'effettiva storia primitiva della Chiesa, le prime fondazioni
      1 L'iscrizione è riportata da N. Sorricchio (Monumenti Adriani, voi. I, epigrafi, nis. presso di me) e pubblicata recentemente dal professore T. Casini (Rio. Abruz., Teramo, VIII-IX, 1907): è in lettere romaniche, impressa su due lati di un cippo, con abbreviature medioevali. Parrebbe quindi un ricordo posto ai tempi longobardo-franchi per onorare le vittime cristiane vissute in qualche ignorata catacomba atriana.
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      Sorricchio. j


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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