Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio
CAPITOLO III. -257
circa il 1770, ad un sedici palmi di profondità (il palmo napoletano equivale a m. 0.26), si rinvenne « un pavimento a « pezzi minuti trigoni di marmo finissimo elegantemente commesso... ; e non passò guari tempo che il sacerdote D. Francesco Aloisii in un suo piccolo podere, che quasi battea le « mura della città... s'imbattesse, scavando, coli' istessissima « lastricatura di marmi fini, che andava a rispondere al livello « della descritta opera del dott. Cherubini. In questo travaglio « venne fatto all'Aloisii di trovare quell' imprezzabile carneo, « che si ebbe D. Francescantonio Ronci, mio nipote. Un giorno « ancora io e un mio zio dilettante, ci portassimo sulla faccia « del luogo a considerare quest' altra novità degli antichissimi « Atriani. Il poco lastricato che vi si era discoperto appariva « a pezzetti di marmo in figura trigona ; ed erano alternativamente frapposti e commessi sopra di un mediocre astrico, « e di colorito ora bianco, ora piombino. La fattura di uno pezzetto aveva il suo piano ben levigato e al disotto rozzo e «puntuto» (Sokricchio, op. cit., pag. 117).
In questo stesso luogo, lavorandosi circa il 1873 per livellare la presente passeggiata sotto le mura, fu riscoperta la stessa opera musiva e per di più una lapide marmorea, che ci dà il tempo e ci permette di congetturare sull' edifizio. E quella riferita di sopra al tempo di Caracalla e pubblicata nel Corpus del Mommsen al n. 5013: è una dedica all' imperatore M. Aurelio Antonino Caracalla dell' anno 213. Nicola Sorricchio, cent' anni e più innanzi l'importante scoperta epigrafica, seguitando nel racconto su ricordato, aveva congetturato che quel mosaico « non potesse ad altro uso destinarsi che per « pavimento di un qualche superbo tempio. E che in quel sito « eminente della città vi potesse essere un tempio, che, come « piantato nel colle di mezzo, riguardasse da per tutto le pubbliche muraglie, io non istento a crederlo, e sono quasi vicino « a convincermene svili' autorità di Vitruvio (lib. I, cap. VII, « pag. 20 a ter.' Edit. Junct. 1513) che apertamente scrive « al proposito : Aedibus rero sacris, quorum Deorum maximesokrioohto
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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma 1911
pagine 324 |
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Pagina (260/332)
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