Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESId'aiuto i Nobili e abitatori qualunque del suo Contado, nè si prestassero, darebbe mano a costringerli la Lega intera. Ciascuna poi fra le terre confederate proteggesse nel suo Distretto gl'individui dell'altra, procacciasse risarcimento agli offesi, e punisse i perturbatori delle pubbliche vie. Tutte infine giurassero nel loro arringo per la più esatta osservanza, ed il giuramento si rinnovasse coli'anno decimo.
Ma le Città al tempo stesso, abusando di quel respiro che forniva la tregua pubblica , esercitavano senza risparmio le nimicizie reciproche. Gravi nella Marca Trevigiana si suscitarono le contese fra il Comune di Trivigi, e que'da'Camino, che trassero i Padovani nella lor causa con altre terre all'intorno. Adopravasi, per quanto appare, a sopirle il Legato Ildebrando, quando la morte il colse in Vicenza. Nè la Romagna soggiaceva a minori angustie. Perturbavanla piucchè mai co'loro dissidi i Comuni di Bologna e d'Imola. Insisteva il primo, affinchè risorgesse il Castello di san Cassiano, ed avesser forza le convenzioni giurate dieci anni addietro : produceva 1* altro in contrario la carta di privilegio accordatagli recentemente da Federigo, e ostentava concessioni più antiche d'Imperatori, finché s' accese la guerra. Non tardarono i Faentini ad interessarsi a prò nostro, come esigevano i patti antichi. Un nuovo statuto promulgato in concordia importò , che il Castello di san Cassiano si rieccitasse opportunamente da'fondamenti, e lo ritenessero in seguito per indiviso ambidue i Comuni col-l'intero Contado d'Imola, e colla stessa Città, se venisse fatto di assoggettarla per forza d'arnie. Giu-raronlo i Bolognesi nella lor Curia, presenti Aureo Consolo di Faenza ed altri due Savi di quella terra (7 Marzo). Assisterono in nome nostro colà Pietro Garisendi (8 Marzo), Guinicelli e Giovanni Linari. E s'aggiunse che i Faentini, dopo aver serbata per tanto tempo fede all' Impero , benché tentati con ricche offerte, tradironla d'improvviso, e accrebbero
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