Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIPrete di santa Cecilia, affrettò Legato di là dall'Alpi ad investirlo coi discendenti, e si congregava dall'intera Gallia un esercito per la conquista. Nel tempo stesso il Pontefice bandì la Croco a difesa de' suoi dominii, e gli s'affollarono così frequenti i soccorsi da tutta Italia, che l'oste dell'avversario , respinta a'muri di Roma, e disfatta con larga perdita a Terni, lasciò alla Chiesa un-respiro ornai necessario.
Intanto Andrea Zeno Veneto reggeva la seconda volta in Bologna ; ed a principio d' anno risorsero i non ben sopiti dissidi degl'Imolesi. Provvide opportunamente la pubblica vigilanza , frenaronsi i contendenti, s'astrinsero a giurar di nuovo la pace nel loro arringo (7 Aprile), e fu decretato che il Podestà di Bologna lo fosse d'Imola ancora per l'avvenire, ed un suo Vicario rendesse colà ragione in sua vece ; ma lo stipendio rimanesse a carico di quel Comune (18 Maggio). Nè cessava Urbano dal chiederci Medina ed Argelata più mitamente in ciò solo , che riavendole non pareva alieno dall' investirne il Comune colla riserva d'un censo da stabilirsi (4 Giugno). E poiché riseppe che il Vescovo, immemore degli affidati diritti del Sacerdozio, spargeva opposti consigli frai cittadini, gravollo di raddoppiati , rimproveri , e minaciollo d'anatema, se non ottenendo nel lasso di giorni dieci la debita restituzione, s'astenesse dal pronunziar l'interdetto.
Ma appena vociferassi di Carlo di Provenza che verrebbe armato in Italia, levaronsi a speranza i Guelfi Lombardi, e adottarono un inaspettato vigore. Filippo dalla Torre, che otteneva allora il
5rimato fra'Milanesi escludendo Uberto Pelavicino
a quella terra, infrenò l'ardire de'Valvassori proscritti, ed ottenne in breve Novara, Vercelli, Bergamo e Como. E d'altra parte gli Aigoni, inferiori nelle loro forze ai Graisolfi, si volsero per annichilarli all'estraneo potere. Reggeva allora in Ferrara Obizzo Marchese, riconosciuto a Signore in morte dell' avolo. Trovollo apparecchiato ad assisterli
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