Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIl'espugnazione (6 Marzo). Vi s'era chiuso con una mano provata di cavalieri Pietro d'Alverio degli Asinelli prescelto a Podestà da' Graisolfi , e difese il luogo a maniera che gli assedianti sbandaronsi al terzo giorno malconci, lasciando macchine e tende all' arbitrio dell' inimico. Ma poco dopo, mentre che uscendo all'aperto con alcuni pochi de'suoi s'affrettò a sorprender Nirano, colto dagli Aigoni in agguato, fu combattuto e costretto a rendersi prigioniero. I Cremonesi, che avvicinandosi, accelerati da' Sessi, mettevan Reggio in pericolo, costrinsero a rientrarvi i Roberti. V'accorsero a rinforzarli gli Aigoni, ed immantinenti i Graisolfì tolti d'impaccio cavalcarono a Montestefano, e l'arsero.
E vegliava indarno il Comune sui cittadini distratti in protezioni contrarie ; nè potè farsi che, e Geremei e Lambertazzi non accorressero sul Modenese e sul Reggiano, a soccorso dei loro amici ; e scoppiò improvvisa la sedizione. Azzuffaronsi, a tacer d' altri, i Lambertini cogli Scannabecchi , e i Basacomari oogli Asinelli. Scannabeoco degli Scannabecchi fu morto da Brandeligi e Guglielmo dei Lambertini ; e si vendicò la famiglia degli Scannabecchi ardendo ed abbattendo le case' degli uooi-sori : nè potè il Pretore impedirlo se a caso il volle. Ed a raffrenar la licenza che propagavasi, valevan poco i comandamenti yf gli uffizi, quando a consiglio d'Egidio Foscarari trasferì il Comune una volta ancora il pieno potere a Fra Loderengo degli Andalò, e gli fu aggiunto Fra Catalano di Guido d'Ostia, affinchè provvedendo concordi e fissando leggi e riforme, accertassero la sua salvezza allo Stato.
Nati in famiglie per ragioni di setta nimiche non tradirono però la pubblica fede ; e quegli statuti che promulgarono aucoppiaron l'utile al giusto. Se non se forse, che nell'ufficio intrapreso si mo-straron avidi di autorità sopra quanto esigeva ilPubblico bene, e lo consentivano gli obblighi dei-Istituto abbracciato. Prescrissero che niuno osasse,
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