Annali della cittą di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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Venissero pregiudicati o frodati nelle consuete esazioni. Potrebbe il Doge, per mezzo de'suoi ministri, costringerli al giuramento, confiscar la merce de' frodatori, e privarli della pattuita esenzione, indi a sua richiesta li punisse il loro Pretore. Non s'alterassero i rispettivi Statuti che divietavano l'esportazione de' viveri. Non si gravassero dall' un Comune o dall'altro i mercanti di qualunque terra o nazione al di lą di quanto esigevan esse ne'loro porti ; e le alterazioni, mentre colą si fissassero nel pił o nel meno, fossero misnra alle nostre. Infine e i Veneti e i Bolognesi serbassero sicure ed aperte a ciascuno le strade e 1' acque per tutto ove s' e-stendesse il lor dominio, dedotti i rispettivi nimioi; e le condizioni firmate s'osservassero per un biennio, e pił oltre se tornasse a grado de' contraenti. Giurarono pe' Veneti Lorenzo Tiepolo Doge, e pei Bolognesi Bonaventura d' Omobono lor Sindaco ; ed a' contravventori fu stabilita un' ammenda di mille marche d'argento. Poco dopo Benvenuto di Graziano e Jacopo de' Mussolini, conduttori delle saline di Cervia, salvo impedimento per parte del lor Comune, obbligarono a'mercanti Veneti i sali fino a cinquanta migliaia al fissato prezzo di lire quindici Ravennati per ciascun centinaio ( S Decembre).
E al tempo stesso altre controversie agitavansi co'Ferraresi. Forniva causa il Commercio inoep-
Sato dalle gravose esazioni, che prescriveva l'avi-itą d'entrambe i Comuni. Fu decretato in con* cordia che d'indi innanzi i prodotti e gli uomini d'ambe i Contadi, dedotte le biade e i sali da non esportarsi giammai, transitassero, sia da Bologna a Ferrara , sia viceversa, assoluti da qualunque dazio o maltolto, a Torre di Fossa, alla Pegola é all' Uccellino , e in tutt' altro luogo de' due Distretti, salvo il ripatico dovuto per legge antica al Pontefice (18 Decembre). Il lino solo all'estram dal Ferrarese, contribuisse per ciascun migliaio di libbre* trenta Ferrarmi vecchi ossia Bolognini. Tutt'alti»
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