Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALINel Mnipo stesso il Concilici di Lione richiamava oltre i monti il Pontefice. Procacciata al Giugno in Firenze una pace, che l'arti di Carlo turbarono , divertì Gregorio in Mugello alle terre degli Ubaldini, ed onorollo a tutto potere Ottaviano Vescovo. Di là, trascorsa Bologna coli'altre terre Lombarde , superò l'Alpi al Novembre, o giunse in Lione.
Ma la discordia coi Veneti agitavasi al Primaro, e una zuffa commessa colà da Marco de'Contarini, terminò con reciproca strage. Se non che i Veneti, o li raddolcisse il Pontefice , o tutt' altro oggetto li determinasse alla pace, diressero Marco Badoaro in Bolognà con altri nove Oratori, ohe furono Raffaello Bestànio, Pancrazio Barbo , Jacopo e Giovanni de'Dandoli, Ermolao Giusto, Giovanni Tié-polo, Gerardo Longo, Piero Gradenigp, e Giovanni da Canale, e i trattati ebbero principio. A rappresentar le pretensioni dei contendenti s'infrapposero Bonaventura d'Iséo e Pellegrinò di Beroaldo , ambidue Frati Minoriti, e la pace si giurò in Venezia (i5 Agosto). Importavano le condizioni che i Bolognesi atterrassero per sempre il Castello eretto al Primaro, richiamassero le loro genti, serbassero aperti ai Veneti i porti del Ravennate ; e un Vis-domino, ammesso come in addietro in Ravenna, v'esercitasse l'incarico patteggiato. Che i Veneti viceversa fornissero a' Bolognesi liberi i passi del Golfo, ed immuni da tutto aggravio pel grano che ritrarrebbero ad uso loro in ogn' anno, sia dalla Marca d'Ancona o dalla Romagna, purché le corbe non eccedessero la somma di ventimila, ed il suo valore in Vinegia non ascendesse oltre a soldi trenta di piccioli per ogni staio, nè dall' un anno a' seguenti rimanesse luogo a oompensazione veruna. Godessero del privilegio medesimo i sali estratti da Cervia per migliaia trenta dì corbe al peso di Chiog-gia ; e i messi del Doge potrebbero , o a saut' Alberto o sull'acque ancora del fiume, riscontrar le navi nel loro carico, e astringerle per la più esatta
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