Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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esso par giovinetto grazioso, e non al sangue ed alla ferocia portato. Amore, che non disparità di sangue o di opinioni conosce, aveva con sue dolcezze e lusinghiere speranze ammaliato il cuore di quei due gentili ; cosicché suscitò nel petto loro una fiamma, che non forza umana avrebbe potuto spegnere , e che fu cagione della terribil sciagura iu cui ricadde Bologna. Pressata Imelda e vinta alla fine dalle continue premure di Bonifazio, acconsentì di riceverlo in casa. Questo passo inconsiderato, quantunque con tutte le precauzioni eseguito, perch'era cu giorno, non fu sì occulto che uno della famiglia di lei non se ne accorgesse. Costui, che di cuor pessimo era per certo, e che il veleno di parte gustava, fece l'ufficio il più detestabile al mondo, perchè ai fratelli Lambertazzi svelò la' debolezza in cui era la loro sorella caduta. Lasciatisi trascinare costoro da un'ira smodata, corsero furibondi alle stanze d'Imelda con animo di ottenere compiuta vendetta. L'incauta fanciulla al loro apparire si salvò con la fuga; ma il giovine ohe a tutto fuorché a un tradimento pensava; che assorto era in dolci pensieri, e ohe gli occhia attentamente avea fissi sulla tenera amante, tardi si avvide del danno che stavagli per toccare ; per la qual cosa non avuto pur tempo di sguainare la spada, sentii nel petto il gelo del ferro-che gli aveva recata la morte, perchè un Lambertazzi avevagli con rapidità e furore, immerso in seno uno di quegli avvelenati pugnali, di che i Saraceni avevano l'uso introdotto; e feritogli il cuore. Credutolo morto, o se non morto da non vivere troppo per l'azione del veleno, il trassero da quelle camere, e sotto varii rottami in un abbandonato cortile il nascosero. Ma partiti ed alle loro bisogna tornati, Imelda usci d'onde erasi rifuggita, e visto per la terra.qua e là macchie di sangue, fu pur troppo certa» del male di cui era stata cagione. Per la qual cos^ en«t tratale subita smania , sentì, per 1' amore che al giovinetto portava, di non avere più bene ; e al AnnaL Boi. T. II. u
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