Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIScannabeoco degli Scannabecchi, Misotto degli Orai, Soldano degli Alberii, Gualterotto de'Macagnani, e Baruffaldino Storlitti, i nomi de* quali serbaronsi alla memoria de'posteri, tristo compenso alla molta disavventura. Arrestati e tradotti al carcere, inutilmente invocarono l'avuta fede, e s'estorsero al tempo stesso dalla fazione venticinque ostaggi primari, che tratti in Castelfranco subironvi rigorosa custodia, mentre ad Alberto ed agli altri nove fu dato modo a sottrarsi, ed a raccòrre il frutto della perfidia.
I primi assalti furon rivolti alle torri de'Lambertazzi. per rovinarle mancavano i Geremei dello macchine, ed addomandaron le pubbliche al Podestà, che lontano dall' annuenza si protestò apparecchiato a proteggere l'autorità del Comune col rischio della stessa sua vita (28 Maggio). Infine, le spesse grida del popolo che s'affacciò a minacciarlo , le scale alle finestre, il fuoco alle porte, più. poi le preci de'famigliari lo persuasero a scendere e a deporre F ufficio. Il suo assessore per nome Anselmo d'Alzate parlamentando cogli otto che in quel disordine ottennero i pieni arbitri del Popolo, gli aveva indotti a promettere che assolverebbero da Sindacato, gli fornirebbero il pattuito stipendio, ed affiderebbero esso e le sue genti ed arnesi, perfino a Reggio. Giuraron l'adempimento Giovanni de'Fantalocci, Rodaldo de'Lamandini, Rolando Gatti ed Alberto Mereiaio, che tutti formavan parte del numero. Ma appena, abbandonando il Palagio, erasi Guglielmo ridotto a'Frati Minori, che Alberto, memore della multa addossatagli, il raggiunse armato co'suoi satelliti, e lo minacciò d*esterminio, se non rendesse la somma. A togliergli ogni speranza di scampo, vegliava i passi all'intorno con folto seguito Mantovano figlio d'Alberto medesimo, nato da connubio illegittimo, e chiaro per addoppiati misfatti. Così dopo alcuni giorni d'assedio, messo in forse di sua salvezza, consegnò Guglielmo gli argenti ad attrezzi migliori, ed allontanossi frodato
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