Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIil quale con modi tirannici opprimeva la Città nostra: furon dessi clie allargando il lor dominio per te. Romagna , debellaron quella regione con tanta facilità , che quasi prima s' intese per l'Italia la novella della vittoria, che la voce della guerra. —« Ma forse il porvi innanzi l'esempio degli antichi è un fare ingiuria alle vostre azioni gloriose. Non siete voi quegli stessi che superato Enzio figliuolo del secondo Federigo, e tenendolo prigione, sollevaste la potenza privata sopra la fortuna reale ? Non siete voi quegli stessi che guerreggiando contro la veneta Repubblica , e per mare e per terra deste saggio delle vostre vittorie? Ella è cosa da noit confessar senza vergogna , che questa Città che ai nostri giorni ha superate le forze de'coronati , abbia a temere i tentativi d'un espulso, sicché s'adunino i Consigli per consultare materie di libertà. Ciò non fia mai! A voi tocca, o oittadini, l'appigliarvi ad una risoluzione non tanto meritevole di voi stessi , che degli antenati e dei discendenti vostri. A voi ; a voi soli ! »
Tacque il Danese e fu mormorio nel Consiglio, qual sempre avviene quando i pareri si dividono. Allora Lodovico de' Prendiparti , profittando «iella dubbiezza degli animi, sorse in piedi, e in questa guisa rispose : « Veramente non si può negare che V essere senz' alcuna dipendenza libero , non sia gran parte del decoro della vita civile; ma se ve-ninmo considerando quanto è difficile mantenersi in istato tale, affermeremo masi, che senza cooperazione d'umano giudizio, accada per grazia assoluta dell'Onnipossente. E molto arduo in una Repubblica, che gii ordini conservin tra loro la debita uguaglianza, e ciascuno non procuri d* avvantaggiarsi nell* altrui dominio ; perchè fingendo ognuno di voler l'equità, innalza in modo se stesso, che ne consegue la depressione dell'altro. E mentre gli uomini si guardano dall' aver a temere , rendono tali sè stessi da venire temuti ; quasi fosse necessario, inevitabile, o l'ingiuriare o l'essere ingiuriato.
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