Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIe presero a diportarsi in tal guisa che sembravano padroni e conquistatori di quella Città. Un bel giorno alcuni di costoro prendono a scherno uno de' più. ragguardevoli faentini, il giovane Tebaldello Zam-brasi, che inai non ebbe in costume d'insultar chic-chessia, e cui non soffriva 1' animo di pigliarsi la beffa degl' indegni* Nè ciò bastando a' temerarii , gli tolgono una porchetta, eh' ei si nutriva per sè, e glie ne fecer le risa sulla faccia,e l'imbandirono a mensa, alzando schiamazzo e burlandosi dell' insolentito Tebaldello. Questi ne venne in tanto sdegno , che giurò in cuor suo deporre prima la vita che il pensiero della vendetta; m^ non potendo in sulle prime dare solenne punizione a cotanta audacia , come colui che aspettava luogo e tempo prò* pizio al disegno suo » ingannò gli esuli perturba* tori con astuta simulazione; e descrivono gli scrittori nostri siffatta tela ordita da lui, che se tutti non coincidessero ad un punto, avrebbe più del poetico e del romantico che dello storico. — Tebaldello adunque mostrò non curarsi dell' onta, ed averla invece per uno scherzo piacevole ; e perchè più facilmente sei dessero a credere, li regalò d'un intingolo, affinchè con questo la carne della porchetta divenisse più saporita. Intanto il fuoco del' L'ira, che in lui covava represso, avvaloravasi ogni dì più, per quindi avvampare in un subito, impetuoso , tremendo, distruggitore. Ecco Tebaldello come ad un tratto soprappreso da umor melanconico ; eccolo errar per Faenza solo, dimesso la fronte e cupo lo sguardo , parlando con sè medesimo ad alta voce vaghe e sconnesse parole. Così diportandosi si sparse per tutto il paese la trista novella di questa sua infermità, che a poco a poco ei seppe fìngere di cotal guisa crescente, da metterne in afflizione tutti i buoni, e specialmente la propria famiglia. Un giorno si dà a frugare e rifrustare in ogni canto 4ella casa, trova un palo di ferroi l'impugna e corre a chiudersi nella sua camera, dove sconnette e guasta tutto tutto il mattonato: poi esce,
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