Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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veduta spalancata la porta che mette alla via di Ravenna, credettero che l'inimico si fosse dato a notturna fuga ; e fatto di eiò avvertito V incauto Appia, questi, lasciati pochi de'suoi fuor di Forlì, entrò col grosso de'militi; e credendosi costoro tenerla già in potestà senza contrasto veruno, si diedero inconsideratamente ad ogni maniera di tripudio e di gozzoviglia; onde caduti per ebbrezza in letargico sonno , chiamavano a sè la vendetta del' l'irato inimico. Ed ecco Guidone, avvisato del fatto da pochi tuoi fidi, entrare impetuoso coli' esercito nell aperta Città, e mandare a fil di spada i Francesi armigeri del Conte, immersi nel sonno e nel vino. Al trambusto degli assalitori, alle grida dei traditi , si scossero alcuni de'più forti, e corsi a battaglia sulla piazza, fecero spargimento di sangue e grande uccisione ; e per le strade principali fu combattuta miserabile e inegual zuffa, dove molti guelfi morser la polvere, e molti, mentre fuggivano, eran dai vecchi e dalle donne malmenati a colpi di pietra, che su loro scagliavano e piombavano dalle finestre.
In cotal lotta funesta per le genti del Conte, morirono , Tommaso Ghezio da Ravenna ; Taddeo di Montefeltro, parente di Guido ; Tebaldello Zam-brasi , il famoso orditore d'inganni, che dell' inganno restò vittima ; Guido Malabocca da Bagna-cavallo ; Guglielmo Scannabecchi ed Orlando Asinelli , Bolognesi ; Guido Accarisì Faentino ; ed altri molti. — Ma il Conte d'Appia, senza punto perdersi d'animo, raccogliendo le reliquie del pei> cosso esercito, ne radunò un nuovo più forte, dandogli braccio il Pontefice e Carlo d'Angiò; e l'ebbe stipendiato in Ravenna, dove Guido da Polenta e i suoi figliuoli Bernardino ed Ostasio presero a capitanarlo.
E in questo tempo i Conti di Castrocaro o di Salsubio (luogo di Romagna presso Apennino) presero a favorire quei di Forlì ; mentre l'Appia con le sue genti, espugnava, atterrava, e dava il sacco,
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