Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
180 annaliArdizzone Parigi e Filippo di Gabriele Grugni. — Della Compagnia de'Balzani'. Enrico Mezzovillani, DondidioZanugnani, Dio tal levi Zambrasi e Giovanni da Ignano.— Quelli de' Beccai, per le Armi: Bi terno Beccaio, Bongiovanni di Azzo Ramenghi, Alber-tone Bisanelli e Giovanni Cadagnelli. — Quelli infine della Compagnia delle Chiavi furono : Niccola de* Mussolini, Giacomo da Baragazza, Ugolino Ma-rescotti e Giovanni da Bisano.
Tutti questi Sapienti delle Compagnie delle Arti e delle Armi, radunati a consiglio dettarono molte ordinazioni contro ai banditi e ribelli della Città di Bologna , acciocché quivi più non nascesse ribellione veruna per cagion loro ; sotto pena del capo a chiunque per loro adoperasse a rimetterli in patria. Annullarono il provvedimento fatto già dai quaranta Sapienti sopra le congregazioni od adunanze del popolo, che prima nella Città si tenevano ; e decretarono che i duemila eletti, dei quali più sopra s'è ragionato, potessero radunar essi la moltitudine a suon di campane, spiegando i vessilli e le armi loro. E la bisogna procederebbe di questa guisa: il mattino s'adunerebbero le Compagnie, più tardi i soldati del Comune; e le une e gli altri in sulla Piazza Maggiore. E li duemila eletti starebbero di mezzo fra le due masse, a guisa , o a meglio dire, nel posto del Carroccio. — Decretaron pure che gli stipendiati e come sergenti del Comune di Bologna, con loro armi e cavalli dovessero in ogni cosa al Pretore e al Capitano ubbidire ; che ninn forestiero stanziato in Bologna dal primo Tomore nella Città fino al presente, vi potesse più oltre soggiornare, nè portar armi offensive e difensive nemmen pe*sobborghi della Città, sotto pena di venticinque lire ; concedendole ad essi però quando ne andassero lontani, per lo Distretto, e ciò nel solo caso che portassero in testa il cappello. E se pur da'Sapienti si concedesse a talun forestiero di lunga ed onesta dimora, il potersi stare in Bologna, questi non sarebbe mai del Consiglio,
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