Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIlo prese, e fortemente lo presidiò. Il perchè i nostri mandaron tosto ambasciatori ad Obizzo, ri ducendogli a memoria tutte le promesse reciproche, ed i capitoli già stabiliti di mutua pace. Egli rispose con iscuse, quasi non fosse suo fatto la presa di Bazzano , e con raggirate parole promise restituirlo : ma non erano che parole ; e intanto ei si teneva quel forte luogo di confine. Laonde i nostri , deboli e lacerati nell' interno, dovettero consumarsi dentro di rabbia, e dissimulare il tutto, mostrando per allora di prestar fede a sue bugiarde parole.
Procurava Niccolò Pontefice di comporre molte liti per cui l'Europa s'affligeva, non che l'Italia: e sperava poscia mandare nuovi e possenti sussidi ai crocesegnati di Soria, cui dava affanno non lieve ''' al suo terribile esercito, ondenon restava loro che Tolomaide, la quale sostennero con ogni sforzo per ben due mesi contra migliaia e migliaia di feroci avversarli. Ed era cosa assai miseranda il veder poche genti percosse da calamità, assediate d' ogn' intorno sì strettamente che non avevano speranza di scampo. In difetto di cibo, mal provvisti d'armi, fatti segno alla grandine de'proiettili , che spessi e tremendi scagliavano gì' infedeli colle loro macchine marziali. A tante sventure si aggiunsero interne discordie sul governo dell' insidiata Città: cosicché ammucchiandosi sciagura sopra sciagura, pericolo sopra pericolo, non pochi si misero in fuga, chi per 1' una via chi per l'altra. Il perchè que'più fermi che alfìn n'avanzarono, col favor della notte montati in nave, cheti e solleciti via di colà dileguaronsi. E furon tra questi il Patriarca di Tolemaide, il Re di Cipro, non pochi Capitani;
ANNO DI CRISTO 1291.
Sidone e Baruti, sicché più
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