Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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„ ANNALICarlo II. Re di Napoli. E questi, pel timore che Celestino non si lasciasse persuadere a risalire la Cattedra del Vaticano, per cui ne avesse a nascere uno scisma, reputò necessario che venisse chiuso nel Castello di Fumone ifi Campania, dove sei cavalieri e trenta soldati il custodirono finché dnrogli la vita. Di tanta cattività non mai si dolse Celestino ; anzi sclamava dal fondo della sua prigione : volli una cella e V ottenni ; ne sia ringraziato il Signore ! — E colà morì santamente il 19 di maggio 1296. La rassegnazione con cui aveva sopportato l'estrema sciagura, e la spontanea e lunga penitenza che sostenne nell'Eremo, mossero fra non molto il quinto Clemente a promoverlo all' onor degli altari: e nel i3i3 Celestino V. Pontefice era del novero de' Santi.
Ora il Senato nostro, avendo dato principio alla fabbrica del nuovo Palazzo del Governo, la proseguì con molta sollecitudine; e frate Pietro Napario sborsò per esso edifizio la somma di tre mila lire. E il Senato acquistò i beni del ponte dell' Idice presso Castenaso, e quelli dello spedale del Sillaro
Sresso Castel san Pietro, e quelli ancora dello spe-
ale di Claterna o Quaderna. E perchè 1' acqua del naviglio, che scorreva presso la via delle Pu-gliole, non lungi dal Porto, danneggiava quella strada, e ne chiudeva il passaggio così agli uomini che agli animali ; esso Comune la rese riparata e sicura, acquistando terre circonvicine per condurre l'utile e salubre lavoro.
In questo volger di tempo si mandarono ambasciatori, Bornio dalle Scodelle, e Monso Sabbadini al Conte della Romagna in Imola, per trattare con esso lui di cose importanti, pertinenti alla Città di Bologna. Parimenti spedì altri ambasciatori a Modena al Marchese da Este (i quali furono Lanciotto Gozzadini, Provenzale Foscarari, Mattiolo da Roncore, ed Iseppo da Dugliolo) per decidere il luogo in cui porre diversi termini di confine.
Mentre queste cose si facevano tra di noi, erano
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